Il Pronto soccorso di Gorizia punta ad allargarsi: utenti in aumento del 20%
GORIZIA D’accordo, di mezzo c’era il Covid-19, ma il Pronto soccorso di Gorizia è tornato a sfondare, nel 2022, quota 21 mila accessi: 21.073 per la precisione.
Il dato emerge dalla “Relazione sulle performance” di Asugi (Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina), appena affisso all’albo pretorio della realtà guidata dal direttore generale Antonio Poggiana. Tanto per avere una possibilità di confronto, nel 2021 si erano registrati 17.454 pazienti: in dodici mesi l’aumento percentuale è stato superiore al 20%.
Ancor prima, nel 2020 (ma qui il Covid ci ha messo pesantemente lo zampino) gli accessi furono 16.013. Un po’ in tutte le astanterie gestite dall’Asugi (quindi anche a Trieste e a Monfalcone) il trend è in salita considerevole. Ma tornando alla nostra città diventa ancor più urgente dare il via all’opera di ampliamento e ammodernamento del Pronto soccorso. L’assessore comunale al Welfare Silvana Romano non esita a definirlo «un intervento importante. Mi risulta - annota - che l’iter stia procedendo a ritmo intenso e nel migliore dei modi e mi auguro che, presto, si passi alla fase realizzativa. Non serve sottolineare quanto importante sia, per Gorizia, procedere con l’allargamento, che è praticamente un quasi raddoppio, dell’area del Pronto soccorso».
Ma vediamo quali sono gli ultimi dettagli di un progetto per cui verranno spesi 5 milioni 216 mila euro per i lavori strutturali e 601 mila 600 euro per le nuove attrezzature. Il tutto rientra nel “piano di organizzazione rete ospedaliera” regolamentato dal decreto legislativo 34/2020. Nella fattispecie, si è proceduto al finanziamento di un “intervento edile e impiantistico di ristrutturazione ed ampliamento per la realizzazione del nuovo Pronto soccorso”. L’ipotesi progettuale proposta - fa sapere Asugi - non solo tende a fornire una soluzione alle indicazioni ministeriali e regionali riguardanti le linee di indirizzo organizzative per il potenziamento della rete ospedaliera ma rende, di fatto, già possibile un decongestionamento dell’attività sanitaria «concorrendo a mitigare, ottimizzando i percorsi, le problematiche sporco/pulito», si legge nello studio di fattibilità.
Nel dettaglio, l’intervento si estrinseca nella realizzazione di un ampliamento dell’ala ospedaliera esistente, che si prevede vada ad estendersi verso un’area libera da cose, posto lateralmente all’attuale camera calda (l’area dove stazionano e partono le ambulanze), prevedendo, al contempo, anche il riutilizzo della camera calda esistente.
L’ampliamento, è pari a 1.350 metri quadrati mentre la superficie oggetto di ristrutturazione equivale a 168 metri quadrati. Di conseguenza, l’intervento nel suo complesso interessa una superficie totale pari a 1.518 metri quadrati, a cui si vanno ad aggiungere alcuni lavori minimali utili alla realizzazione del nuovo percorso di accesso alla futura camera calda. «Quest’opera - spiegano gli uffici tecnici di Asugi - si rende possibile vista la scelta di realizzarla in ampliamento dato che si prevede che poco meno del 10% dell’intera superficie è attualmente utilizzata. In particolare, il progetto ha tenuto conto della modalità di arrivo del paziente (autonomamente ovvero con i mezzi di soccorso) definendo percorsi separati al fine di evitare la contaminazione crociata (triage Covid e pre-triage non Covid). Complessivamente quindi, l’area prevede, sin dal triage e dal pre-triage, specifici locali dove l’utente, tenuto conto della gravità del quadro clinico prospettatosi, viene sottoposto alle cure di cui necessita».
Il nucleo centrale, a cui è possibile accedere percorrendo delle zone filtro a pressione positiva o negativa decrescente, così da limitare considerevolmente la possibilità di contaminazione, è pensato a forma circolare con un punto di osservazione/lavoro centrale, per meglio gestire le necessità sanitarie dei pazienti.
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