«Il progetto Greensisam modello per tutta l’area»
«Una grande vittoria della Trieste laica»: così Vittorio Sgarbi ha definito ieri la sdemanializzazione del Porto Vedcchio. Venuto a Trieste anche per presentare il suo ultimo libro, “Gli anni delle meraviglie” all’Impact hub di via Cavana, il noto critico ha tenuto prima una conferenza stampa in doppia veste: come colui che nel 2001 da sottosegretario pose i vincoli sull’area e come progettista, assieme alla triestina Barbara Fornasir della cittadella Greensisam che occupa proprio i primi cinque Magazzini più vicini alla città. «Sarebbe un grave errore - ha commentato Sgarbi - considerare in modo sacro portuale un’area che non può più essere tale. Qui c’è bisogno di un intervento dinamico di laicizzazione dello spazio. Trieste sarà l’unica città italiana che avrà una città nuova che non è periferia, una Trieste 2 che sarà in centro».
La cittadella Greensisam è stata data in concessione per novant’anni a Pierluigi Maneschi (proprietario della società terminalista del Molo Settimo e presidente di Italia Marittima, ndr.) che, presente, ha sottolineato la grande differenza che passa tra avere l’area con i cinque magazzini in concessione oppure diventarne proprietario, obiettivo al quale adesso Greensisam punta. Ora dovrebbe essere più semplice la vendita della maggioranza delle azioni della società un gruppo immobiliarista europeo con il quale Maneschi è in trattative da mesi.
«Noi abbiamo un progetto già pronto e partiamo in anticipo su tutti - ha specificato Sgarbi - il nostro intervento potrà essere un modello per l’intero Porto Vecchio dove io vedrei con favore insediamenti di qualsiasi tipo, dover poter andar a comprare un libro o un maglione, dove potrebbero esserci anche residenze e che pur rischiando di essere tacciato come sacrilego vedrei volentieri ospitare anche outlet di un certo pregio. Insomma deve esserci tutto ciò che di dinamico, pulsante e vivo si trova in una città».
L’architetto Barbara Fornasir ha sottolineato come Greensisam sarà la cerniera tra città e il Porto Vecchio, contigua alla stazione centrale e a soli cinquecento metri da piazza Unità, «insomma - ha specificato - l’area più interessante della Trieste vecchia e nuova». Il progetto prevede la creazione di una straordinaria passeggiata frontemare per triestini e turisti con una pavimentazione in pietra locale e una copertura a tre navate trasparenti di due viali e anche la creazione di una piscina di acqua di mare, un percorso per il jogging e magari la creazione di una completa area wellness. Nel magazzino più arretrato rispetto al mare sarà creato un parcheggio multipiano, mentre gli altri saranno adibiti a funzioni turistiche, direzionali, commerciali. Dunque negozi, botteghe, studi professionali, uffici. «Non dovrebbero venir escluse le residenze - ha concluso Fornasir - perché gli abitanti vivificano e sorvegliano l’area». Per quest’ultima possibilità però bisognerà fare i conti con la variante Barduzzi e con le decisioni politiche.
Silvio Maranzana
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