Il principe di Duino guida la rivolta contro la "casa" dei senegalesi

Sabato 11 marzo il Castello dei Torre e Tasso ospiterà l’assemblea dei Cittadini per il Golfo cui è stato invitato il sindaco Kukanja. Già 500 le firme raccolte contro l'acquisto da parte della comunità "mouride" dell'ex mobilificio Arcobaleno per farne un luogo di culto

DUINO. Una polveriera. L'atmosfera a Duino diventa ogni giorno più rovente nella prospettiva dell'acquisto, da parte della comunità senegalese “mouride”, dell'ex mobilificio Arcobaleno. Un'ipotesi di cui la gran parte dei residenti non vuol sentir parlare. E proprio per dare la possibilità a tutti di esprimere un'opinione al riguardo, per sabato 11 marzo è stato organizzato un pubblico incontro.

 

Silvano Trieste 03/03/2017 Mobilificio Arcobaleno
Silvano Trieste 03/03/2017 Mobilificio Arcobaleno

 

L'iniziativa è dei “Cittadini per il golfo” e l'inizio del dibattito è fissato alle 14.30. Per accogliere «tutti i residenti che vogliono esprimersi sull'argomento»,come spiega Vladimiro Mervic, uno dei promotori, è stata scelta una sede di prestigio, la sala conferenze del castello dei principi di Torre e Tasso. «Abbiamo voluto fare le cose nel modo migliore - precisa Mervic - perché la comunità dei duinesi è molto preoccupata per quello che potrebbe succedere nel nostro piccolo centro, se dovessero arrivare qui centinaia di senegalesi».

 

“Casa” dei senegalesi, Duino si spacca
Silvano Trieste 03/03/2017 Mobilificio Arcobaleno

 

Sul tema è lo stesso principe Carlo Alessandro della Torre e Tasso ad avere un'opinione molto precisa. «Se siamo stati costretti a organizzare un'assemblea - osserva - è perché chi avrebbe dovuto occuparsene non lo fa. Poi - aggiunge contrariato - c'è chi ci attacca dandoci dei razzisti. È un'accusa che non accetto, perché in realtà vorrebbero toglierci la parola. Ricordo - aggiunge - che se qui c'è il Collegio del Mondo unito, che è un'espressione della multiculturalità, è grazie ai principi di Torre e Tasso. Il pericolo determinato dal possibile arrivo dei senegalesi è uno squilibrio sociale, in quanto 1.600 residenti si troverebbero con un migliaio di ospiti, con difficoltà di parcheggi. E le scuole? - si chiede - i loro figli troverebbero posto ?». Anche la principessa Veronique interviene: «Quando è venuto il loro bus per la visita all'edificio c'era la polizia. Se ne verranno in tanti alla domenica per le preghiere quanti poliziotti serviranno?»

 

 

All'incontro di sabato sono stati invitati tutti, «a cominciare dal sindaco di Duino Aurisina, Vladimir Kukanja - riprende Mervic - al quale abbiamo formulato un invito scritto». Tutto questo mentre la raccolta di firme, per opporsi all'arrivo dei senegalesi “mouride”, anch'essa promossa dai “Cittadini per il golfo”, ha raggiunto quota 500. «Una cifra - evidenzia Mervic - che denota quanto stia a cuore a tutti il futuro di Duino. Nel nostro centro contiamo circa 1.600 residenti perciò la soglia del mezzo migliaio di firme sta a testimoniare l'importanza che si attribuisce a questa vicenda».

 

Monta a Duino la polemica sulla “casa” dei senegalesi
Silvano Trieste 03/03/2017 Mobilificio Arcobaleno

 

Un secco no alla “casa” dei senegalesi arriva anche dai Fratelli d'Italia. «La vivibilità di Duino - scrive il segretario provinciale, Claudio Giacomelli - non si può permettere una struttura utilizzata come luogo di culto e come residence per senegalesi. La confraternita “mouride” - aggiunge - conta circa 700 adepti in Friuli Venezia Giulia. Quella di Duino sarebbe la loro unica struttura in regione, il che vuol dire un significativo afflusso settimanale - continua Giacomelli - oltre alla presenza di famiglie senegalesi, creando una sproporzione con la comunità dei residenti». William Crivellari, che rappresenta FdI a Duino Aurusina, conferma «l'assoluta contrarietà. Esigiamo un'immediata presa di posizione da parte delle autorità sull'evidente mutamento della destinazione d'uso dell'immobile, situato in una zona di pregio e con rilevante valenza turistica e culturale, che male si concilia con la presenza di una comunità del tutto estranea alle tradizioni culturali e religiose locali». Giovanni Nasti, della Costituente di Fratelli d'Italia, dice che «le autorità locali, prima di autorizzare luoghi di culto di religioni estranee alla nostra tradizione, devono sentire il parere dei residenti».

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