Il primo tavolo del Comune chiama la Regione e lo Stato

Primo incontro ieri mattina dedicato al tema-amianto. Con Monfalcone che vuole recitare un ruolo di regia nell’ambito di una rete organica a fianco della Regione e dello Stato, ritenuti partner ineludibili. L’accelerata va nella direzione di un coinvolgimento istituzionale “a tutto tondo” per affrontare in modo più efficace tutte le questioni a sostegno dei malati e delle loro famiglie. Nè manca la “chiamata” di Casale Monferrato, volendo consolidare la collaborazione.
Davanti al sindaco Anna Maria Cisint si sono riuniti i soggetti che da anni lavorano per mantenere sempre alta l’attenzione sul drammatico fenomeno e per “aggredire” le difficoltà, nella costante ricerca di adeguate e congrue risposte. Quello di ieri è stato l’avvio di un percorso condiviso con realtà già facenti parte del Tavolo permanente sull’amianto della passata amministrazione. Un Tavolo che la neo prima cittadina ha mantenuto, quale luogo partecipato di riferimento e per rispetto dei soggetti coinvolti. Il tavolo assumerà anche un altro fronte di indagine e monitoraggio, quello relativo alle fibre artificiali vetrose utilizzate attualmente dalle aziende, ai fini della salvaguardia dei lavoratori. Quindi la partecipazione permanente della Regione, ma anche dello Stato. Ci sono volute oltre due ore, ieri, per sviscerare aspetti e problematiche. Al tavolo erano seduti i rappresentanti delle Organizzazioni sindacali, con le segreterie provinciali Cgil, Cisl e Uil, dell’Aea, della Lega Tumori, dell’associazione “Spiraglio”, dell’Auser provinciale, di Legambiente, dell’Anmil provinciale, di Eara. Chiara Paternoster, dell’Aea di Monfalcone, ha osservato: «Riteniamo positiva la ripresa dell’esperienza di confronto per individuare gli obiettivi da raggiungere. È importante che il sindaco Cisint abbia voluto perseguire questo percorso».
Il primo impegno scaturito si estrinsecherà martedì prossimo, quando in Consiglio la maggioranza presenterà un ordine del giorno per l’affidamento di mandato al sindaco in ordine all’uscita del Comune di Monfalcone dai processi per amianto. Il compito che si intende affidare al primo cittadino è quello di verificare l’esistenza di elementi tecnico-giuridici utili per poter “rimettere in discussione” la transazione tra l’ente e Fincantieri sancita dall’amministrazione-Altran. Individuare un “varco legale” sostenibile. Come, ad esempio, il fatto che di amianto si continuerà a morire anche ben oltre il 2020. Un documento, la transazione, firmato proprio quando le evidenze scientifiche hanno aperto uno scenario tutt’altro che ottimistico. Di mezzo c’è inoltre la questione etica e morale, ma anche il peso rappresentativo dell’istituzione comunale nell’ambito dei rapporti con Regione, Stato e Fincantieri. Obiettivi, tempi e metodi per raggiungere i risultati sono stati il filo conduttore dell’incontro che ha spaziato su più piani, compresa la bonifica e la questione ambientale. Intanto a metà gennaio verranno invitate al tavolo permanente gli assessori all’Ambiente, Sara Vito, e alla Sanità, Maria Sandra Telesca. Verrà chiesto loro di entrare a far parte di questo percorso, ma anche di illustrare lo “stato di fatto” di quanto portato avanti dall’ente regionale, in primis il Piano regionale dell’amianto. Altro punto fermo l’organizzazione funzionale del Centro regionale unico per l’Amianto insediato al San Polo con adeguate attrezzature e risorse umane. Il Crua, per gli aspetti e i compiti di pertinenza, ha le potenzialità di diventare un riferimento transfrontaliero, aprendo quindi alla Slovenia la condivisione di una stessa problematica. Nè viene tralasciata la ricerca scientifica per la quale si intende proporre un tavolo con lo Stato. Il tutto ricercando canali finanziari autonomi e dedicati. Monfalcone punta a un altro obiettivo: quello di portare in città la Conferenza regionale sull’amianto.
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