Il presidente di Alcatel Italia: «Paure infondate sul futuro dell'azienda»

TRIESTE. Roberto Loiola, leader di Alcatel Italia, è sorpreso dalle reazioni triestine alla cessione dello stabilimento alla multinazionale Flextronics. Ritiene vi sia una «notevole distanza tra percezione ed effettività del piano industriale», pensa che Flextronics sia un interlocutore forte e credibile, precisa che l’operazione è rivolta ad ampliare le competenze della fabbrica triestina e «non a chiuderla». Ecco “in diretta” le sue rassicurazioni.
Dottor Loiola, la vendita dello stabilimento è vissuta con grande preoccupazione e l’atmosfera triestina volge decisamente al negativo. Una reazione sproporzionata. Dal punto di vista emotivo comprendo i timori che una discontinuità può determinare, ma il livello e l’intensità di protesta mi paiono incomprensibili. Il piano, alla base della vendita, ha una connotazione positiva, all’insegna dello sviluppo. Trieste non ha ragioni di temere ricadute occupazionali sui dipendenti diretti e su quelli dell’indotto.
Come giudica la qualità gestionale e produttiva del sito triestino che intendete alienare? Di valore elevato. Siamo entusiasti dei risultati conseguiti, che sullo specifico sub-settore del trasporto ottico vedono Alcatel Lucent numero 1 in Europa, anche se nel contesto mondiale la posizione è più debole. Consapevoli di tale qualità, d’accordo con il quartier generale del gruppo, abbiamo voluto impostare per Trieste una soluzione di grande sostenibilità, come, appunto, quella di Flextronics.
Ma, se le referenze sono così buone, perchè ve ne andate da Trieste? Nel mondo delle telecomunicazioni agiscono tre tipologie di soggetti: i servizi al cliente, i produttori, il manifacturing. Ognuna di queste fasce settoriali tende a concentrarsi sulle attività che fanno la differenza . Noi produttori Alcatel puntiamo sull’innovazione di prodotto, sulla ricerca&sviluppo. Così abbiamo pensato di cedere Trieste a un protagonista mondiale del manifacturing .
Adesso? Sì, adesso. Per due motivi. Il primo: nell’ultimo periodo abbiamo avuto numerose manifestazioni di interesse per il sito triestino. Il secondo, strategicamente decisivo: Trieste si dedica ad attività pregiate, il mercato complessivo del trasporto ottico è stimato oggi a 11 miliardi di dollari con una previsione di crescita a 14,5 miliardi da qui al 2018. Crescita che può avere in Flextronics un fattore rilevante.
Ma i sindacati non ne sono convinti e ricordano come Flextronics abbia chiuso in Italia due realtà produttive, Italdata e Siemens all’Aquila. Altra storia: parliamo di oltre dieci anni fa e di tipologie produttive completamente diverse. Le attività svolte a Trieste sono in salute, Flextronics non è ora leader del trasporto ottico e invece con questa operazione sarà in grado di controllare il 40% mondiale di questo subsettore. Attenzione, perchè stiamo parlando di un gruppo che è leader globale, che fattura 26 miliardi di dollari, che occupa 200 mila dipendenti, il 30% dei quali opera in Paesi non a basso di costo di manodopera. In Austria, per esempio, funziona uno stabilimento d’avanguardia con 700 addetti. In Italia Flextronics è passata in cinque anni, nei due siti di Milano e Ponte di Piave (Treviso), da 180 a 380 unità.
Cosa dirà Flextronics al vertice di venerdì al Mise? Che intende fare di Trieste un centro globale di eccellenza, simile ad altri sei centri vocati ad altre tipologie di prodotto.
Con quali garanzie? Attraverso impegni concreti che dettaglieremo venerdì al ministero. Parleremo di accordi pluriennali combinati tra nostre commesse e attività proprie di Flextronics.
Quanti anni? Potrà essere un arco triennale ma il dato fondamentale è la prospettiva di crescita a lungo termine con quote di mercato in espansione.
Agli interlocutori pubblici, Governo e Regione, chiedete supporti? Avrete bisogno di ammortizzatori sociali? Nè gli uni,nè gli altri. Il piano si tieni in piedi da solo.
Di quanto tempo avete occorrenza per chiudere l’operazione? Calcolo un mese di ulteriori confronto e dialogo. Poi, durante l’estate, il passaggio di consegne.
Il governatore Serracchiani intende incontrare Alcatel e Flextronics. Saremo entrambi a Trieste all’appuntamento di martedì 26.
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