Il Presidente dai feriti. Dialogo con Rita e il conforto a padre e sorella di Federico
Mattarella in visita anche dai due triestini ricoverati. La 41enne sta migliorando ma non è ancora fuori pericolo
TRIESTE Prima dei funerali di Stato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ieri a Genova ha visitato in forma privata i feriti nel crollo del ponte, ricoverati al San Martino, a Villa Scassi e al Galliera, i tre principali ospedali del capoluogo ligure. È nelle ultime due strutture che ha avuto modo di conoscere i due triestini sopravvissuti al disastro. A Villa Scassi ha incontrato i famigliari del 34enne massofisioterapista dell’Alma pallacanestro Trieste, Federico “Ucio” Cerne. Al Galliera è entrato nella stanza di Rita Giancristofaro.
«L’ho incontrato assieme a mia figlia in una stanza a parte, non in Rianimazione dove si trova Federico e dove non poteva accedere», ha raccontato Mauro Cerne, il padre di Federico, che è accanto al figlio dal 14 agosto. Attimi di commozione e conforto. «Sono felice - continua Cerne -, a me il presidente ha dato la sensazione di non essere lasciato solo». Intanto il componente dello staff sanitario della squadra di pallacanestro triestina sta sempre meglio. Resta vigile. Certo, lo aspettano mesi di riabilitazione per rimettere in sesto le diverse fratture conseguenza del volo di 50 metri che ha fatto dal viadotto assieme alla compagna Rita. E, forse, dietro l’angolo ci potrebbe essere anche un’operazione al femore rotto.
Mezz’ora prima di assistere all’omelia del cardinale Bagnasco, il Capo dello Stato è andato anche al Galliera. L’unica persona che è stata ricoverata qui dopo il disastro e che sta - per fortuna - progressivamente migliorando è l’abruzzese Rita Giancristofaro, agente immobiliare, residente a Trieste. Non è trapelato che cosa si siano detti ma ciò che più conforta è che Rita ha interagito con il suo interlocutore. Con lei in quel momento c’erano solo un famigliare e il direttore sanitario della struttura ospedaliera Giuliano Lo Pinto.
Dopo due operazioni all’addome e una al femore, venerdì scorso è stata risvegliata ed estubata. «Sta abbastanza bene - fanno sapere dal nosocomio -. È ancora traumatizzata, ma parla, le sue condizioni stanno migliorando». Alcune informazioni arrivano anche dal sindaco di Lanciano (Chieti), Mario Pupillo, città di cui è originaria la donna. «Respira in autonomia, con l’ausilio di ossigeno - afferma -. Stamani (ieri, ndr) ho sentito la madre Anna Maria, che le è accanto». Nonostante queste buone notizie, Rita Giancristofaro resta ancora in Rianimazione e non si può dire sia fuori pericolo, la prognosi non è sciolta. Tuttavia il fatto che sia di nuovo vigile e cosciente ha fatto brillare gli occhi ai tantissimi amici e conoscenti che da Trieste fanno il tifo per i due giovani triestini, che dovevano godersi una vacanza in Liguria - come tante delle 43 persone che hanno perso la vita a causa del disastro del 14 agosto - e che invece si sono ritrovati in ospedale. La loro fortuna, da quello che è emerso, è che il tratto di ponte dove si trovava la Golf blu su cui erano a bordo non è caduto in verticale ma lateralmente. Li ha salvati un poliziotto, di cui non si sa ancora l’identità. Li ha estratti dalle macerie tra i primi. Macerie su cui è necessario fare luce: perché il ponte è caduto?
Dopo questo tragico evento amministrazioni e Comuni, allarmati, stanno cercando di decifrare lo stato dell’arte delle altre grandi strutture costruite in passato sul territorio. A questo proposito il vicegovernatore del Fvg con delega alla Protezione civile, Riccardo Riccardi, e l’assessore regionale alle Infrastrutture, Graziano Pizzimenti, hanno convocato per domani un incontro con Anas, Autovie Venete, Fvg Strade, Autostrade per l’Italia e Protezione civile per verificare lo stato di fatto e le iniziative in essere inerenti la viabilità regionale, la sicurezza delle tratte stradali e delle strutture di competenza. —
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