Il prefetto di Trieste: «Soltanto il governo può spostare il Punto franco»

Francesca Adelaide Garufi gela le aspettative di Portocittà: «Non basta un mio provvedimento Ciò che posso fare è rivedere le clausole riguardo alla sospensione temporanea per il 2013»
Foto Bruni 27.02.13 Operai e sindacati Ferriera ricevuti dal Prefetto
Foto Bruni 27.02.13 Operai e sindacati Ferriera ricevuti dal Prefetto

Si complica ancor di più, ammesso che sia possibile, il futuro del Porto Vecchio. «Non me la sento proprio - afferma il commissario del governo e prefetto di Trieste Francesca Adelaide Garufi - di emanare un provvedimento che sospenda il regime di Punto franco per un periodo medio-lungo e tantomeno un provvedimento che lo trasferisca anche parzialmente in modo definitivo». La dichiarazione è di ieri mattina, rilasciata a margine del summit sulla Ferriera, e segue di qualche giorno soltanto la visita in Prefettura dei responsabili di Portocittà, la società di cui fanno parte i costruttori Maltauro e Rizzani-de Eccher che ha vinto la gara per la rivitalizzazione dello scalo antico che in realtà si allontana sempre di più. Hanno chiesto una modifica delle prescrizioni inserite nel provvedimento già emanato dallo stesso prefetto e che ha prolungato per tutto il 2013 la sospensione del regime di Punto franco dall’ingresso di largo Santos fino all’uscita su viale Miramare per includervi il Magazzino 26 non concesso a Nespresso sembra proprio a seguito di quelle clausole restrittive. «Questo invece si può fare - afferma Francesca Adelaide Garufi - ci incontreremo prossimamente con il concessionario e con l’Autorità portuale per vedere di modificare quelle prescrizioni e renderle meno onerose». Ma si parla sempre di un anno e oltre non si va. Eppure Enrico Maltauro, ad di Portocittà era stato molto chiaro già nell’ottobre scorso: «Ma quanto dura un anno a Trieste? Non dura solo un anno come nel resto d’Italia e del mondo? A coloro che vogliono gestire i marina (che dovrebbero essere la prima delle nuove realizzazioni, ndr.) e che ci chiedono cosa succederà dopo un anno, cosa dovremmo rispondere? Qui o si trova una soluzione definitiva oppure non si va da nessuna parte. Io di fronte a richieste di questo genere strabuzzo gli occhi, qualsiasi persona che faccia un ragionamento minimamente logico comprende che a un progetto come quello del Porto Vecchio un provvedimento di un anno non fa neanche il solletico. La concessione è per settant’anni? Bene, allora bisogna ragionare su un periodo di settant’anni, non di un anno».

«Ma per una sospensione così lunga è necessario cambiare la normativa che regola il regime speciale e che oltretutto parla esplicitamente soltanto di allargamento dell’Area franca, cosa che del resto è già stata fatta negli Anni Cinquanta, o comunque ci vuole un intervento diretto da parte del governo - è la replica del prefetto - Già il mio predecessore (Alessandro Giacchetti, ndr.) aveva posto il quesito a Roma, ma Roma non ha mai risposto. Mi impegno a sollecitare nuovamente il governo, quello nuovo s’intende». A parte l’incertezza sui tempi e sulle forze che formeranno il nuovo governo, sono spariti dal Parlamento due deputati protagonisti della marcia su Porto Vecchio, e cioé Roberto Menia e Roberto Antonione, e sono stati rieletti soltanto Ettore Rosato e Tamara Blasina. Quanto al Movimento 5stelle, divenuto forza determinante, i neoletti triestini Lorenzo Battista e Aris Prodani sono chiarissimi nel loro programma: «Riconfermiamo la nostra assoluta contrarietà al progetto di Portocittà che altro non è se non una mera operazione di speculazione edilizia determinata, tra l’altro, da una concessione illegittima. Il Punto Franco Nord (così è chiamato il Porto Vecchio) rappresenta un valore aggiunto per la città. L’insediamento di attività di trasformazione delle merci con le agevolazioni fiscali previste dal Trattato di pace potrebbe rappresentare il vero volano economico per Trieste». La morale è che o Portocittà parte comunque in queste condizioni oppure è costretta a prepararsi una exit strategy e Porto Vecchio a restare la città dei morti.

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