Il prefetto di Trieste: «L’autocertificazione? Non ha più senso chiederla. Ricalibreremo i controlli»

L’analisi di Valenti dopo la nuova ordinanza uscita in Fvg. «Ora ci sarà una massa di persone in giro: bisognerà evitare che entrino in contatto. Le differenze con Roma? Dai governatori interpretazioni estensive»
Il Molo Audace domenica 26 aprile
Il Molo Audace domenica 26 aprile

TRIESTE «Il tuffo a Barcola anche per chi non ci vive proprio nei pressi? Devo ritenere di sì, che si possa fare». Valerio Valenti evita qualsiasi critica sui contenuti dell’undicesima ordinanza firmata da Massimiliano Fedriga, in particolare sul passaggio che deroga al dettato del Dpcm Conte che consente l’attività motoria - in cui il governo ha inserito ora pure i bagni in mare - in prossimità delle abitazioni.

Ma il prefetto di Trieste trasmette l’indicazione che il cambio di passo va a incidere anche sulle operazioni di controllo delle forze dell’ordine. Il modulo di autodichiarazione, quello che gli italiani hanno imparato a conoscere, in tutte le sue versioni, nelle settimane di diffusione del contagio, non conterà sostanzialmente più per chi si muove nel perimetro comunale. Lo si dovrà portare con sé, perché così impone Roma, ma non verrà più richiesto. Gli agenti saranno più impegnati nel verificare l’utilizzo delle coperture di naso e bocca e il rispetto delle distanze interpersonali, soprattutto ora che, di gente in strada, ce ne sarà molta di più.



Prefetto, c’è il via libera ai tuffi. Preoccupato?


Personalmente no, anche se la materia diventa più complessa. Vigileremo che i cittadini rispettino tutte le precauzioni.


In acqua con la mascherina?


Mi pare difficile. La si toglierà per il tempo necessario al bagno.


Cosa cambia per le forze dell’ordine?


Dovremo riorientare le attività di controllo. Evidente che in città non avrà più senso verificare l’autocertificazione. I cittadini la dovranno portare con sé, ma mi pare ne sia venuto meno l’obbligo.


Si attende assembramenti?


Ci sarà una massa di persone che si muoveranno. È una constatazione, non una critica all’ordinanza della Regione. Dovremo fare in modo che quelle persone non entrino a contatto.


C’è il rischio del “liberi tutti” che si voleva evitare?


Direi che è un diverso modo di interpretare le restrizioni governative.


Lei era intervenuto fissando nel limite di un raggio di 500 metri le attività motorie. L’ordinanza firmata ieri dal governatore scavalca il Dpcm che parla di prossimità dalle abitazioni?


Rientriamo nella tendenza dei governatori a interpretare le disposizioni del governo. Siamo nel campo di un’interpretazione estensiva.


Sempre il Dpcm mantiene chiusi i bar che però, da oggi, possono avviare il “take away”. Che ne pensa?


La finalità rimane quella di evitare gli assembramenti. E in termini potenziali, per quanto si parli di accordi tra esercente e cliente sull’orario di ritiro del cibo, l’asporto sembra invece poterli favorire. Anche in questo caso si è interpretato il principio. Il governo aveva vietato una serie di attività, ma consentito la consegna a domicilio. Andremo a vedere in che modo si applicheranno le nuove concessioni.


Che disposizioni darà?


L’approccio sarà graduale. Il tema è emerso ora, si tratterà di usare il buon senso. Finora non ci sono mai state situazioni di tensione sociale. Le forze dell’ordine sono sempre intervenute in maniera equilibrata.


Il cittadino come si è comportato?


C’è stata un’ottima collaborazione. Sono convinto che continueremo sulla stessa strada. —


 

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