Il Porto verso lo stop: «Regione assente»

Nell’assemblea dei lavoratori della Compagnia nuovo appello alla giunta Serracchiani. Domani incontro in Confindustria
Di Giulio Garau
Bonaventura Monfalcone-12.07.2013 Porto-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-12.07.2013 Porto-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Ancora silenzio della Regione dopo l’annuncio dei licenziamenti del personale della Compagnia portuale. Nell’assemblea che si è tenuta lunedì sera a Monfalcone ci sono stati momenti di tensione e rabbia tra i tanti portuali che si sono riuniti a discutere con i sindacati (Filt-Cgil e Fit-Cisl) ed è stato deciso che se non arriveranno una convocazione e risposte si passerà allo stato di agitazione e soprattutto agli scioperi con il rischio di blocco dello scalo.

Data decisiva quella di domani quando, nel pomeriggio (alle 14.30), i sindacati avranno il secondo incontro, conclusivo, nella sede di Confindustria Venezia Giulia (nella sede di Ronchi dei Legionari) con i vertici della Compagnia portuale.

«La gente è particolarmente arrabbiata - conferma il segeratrio della Filt-Cgil Valentino Lorelli - c’è il conflitto in piedi con la Compagnia portuale. Ma c’è rabbia soprattutto nei confronti della Regione per questa situazione inaccettabile degli esuberi della manovra ferroviaria. La gente si sente abbandonata in una situazione del porto di Monfalcone sempre più surreale e in assenza di governance». Lo stesso Lorelli, oltre una settimana fa dopo l’incontro con la Compagnia portuale che ha annunciato i nove esuberi, ha chiesto immediatamente un incontro con la Regione per affrontare la situazione. Sotto accusa in particolare il caso dell’affidamento a una società logistica esterna, dopo un bando di gara, del servizio di manovra ferroviaria del raccordo che collega il porto di Monfalcone alla rete di Rfi. Una gara conclusa dopo un vero travaglio iniziato con l’offerta prima di un prezzo fuori mercato per il servizio (82 euro a carro) e concluso alla tariffa che attualmente pratica la stessa Compagnia portuale assieme alla Coracfer (42 euro) gestendo i binari ferroviari in accordo con tutti gli altri raccordati. Il servizio dopo la gara è stato affidato alla società logistica ma senza “clausola sociale” ovvero senza tutele occupazionali per la parte di lavoratori della stessa Compagnia e della Coracfer dedicati a questo servizio. Motivi che hanno portato all’annuncio di esuberi da parte della Compagnia che ha anche lanciato l’allarme sul prossimo trasferimento del traffico di bramme a Porto Nogaro (dove è stato fatto l’escavo) oltre all’ingresso (nonostante la protesta di tutte le imprese dello scalo) del quinto operatore portuale (Cimolai) in uno scalo che non dà sufficiente lavoro per tutti.

«Noi aspettiamo l’incontro in Confindustria - conclude Lorelli - e se non arrivano risposte procederemo con le azioni di lotta. I lavoratori sono stanchi di questa situazione allo sbando in porto. Manca una governance, se ci fosse stata l’Autorità portuale saremmo stati convocati subito. Stiamo ancora attendendo che lo faccia la Regione che è l’Authority dello scalo. È gravissimo che non ci abbiamo ancora convocato».

E a testimonianza di quanto sia grave la situazione cè una seconda lettera inviata da parte della Filt Cgil a firma dello stesso Lorelli, ma stavolta firmata anche dal segretario della Fit-Cisl, Giulio Germani, per richiede un incontro urgente per prima alla governatrice Debora Serracchiani oltre che agli assessori alle infrastrutture e lavoro, Mariagrazia Santoro e Loredana Panariti, a quella provinciale del Lavoro Ilaria Cecot e infine al comandante della Capitaneria Pasquale Di Gioia.

«Le segreterie ad oggi purtroppo devono registrare la mancata convocazione dopo la richiesta di incontro sull’annuncio di esuberi della Compagnia portuale per il cambio di appalto della manovra ferroviaria nel raccordo del Lisert. Filt-Cgil e Fit-Cisl chiedono nuovamente un incontro urgente in Regione per trovare soluzioni idonee che evitino effetti gravi sia dal punto di vista occupazionale che sociale».

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