Il porto sfida Capodistria sui futuri traffici di auto

L’Azienda speciale dello scalo punta sul recupero delle banchine e dei piazzali Il consiglio di amministrazione a fine mandato chiude con un utile di 177mila euro
Di Giulio Garau
Altran Mf-furto porto,Terminal auto
Altran Mf-furto porto,Terminal auto

Il porto di Monfalcone vara manutenzioni radicali e prepara le infrastrutture per futuri traffici e per accogliere navi più grandi. È in corso una trattativa da parte di uno dei tradizionali operatori del traffico di automobili (Cetal) che vuole aggiudicarsi un nuovo traffico con la Mercedes. Ma ci sono trattative - dopo il flop delle 500L dalla Serbia - anche sul fronte delle altre imprese portuali che si sono alleate, coordinate dall’Azienda speciale porto, per intercettare le automobili che vanno nel Far East (mentre la Cetal fa il Mediterraneo). «L’obiettivo è far concorrenza a Capodistria - spiega il presidente dell’Aspm Paolo Maschio - sappiamo che lo scalo sloveno è quasi saturo e gli operatori stanno cercando alternative». Se ne è parlato, anche se in maniera soft (c’è il vincolo della riservatezza) all’ultima seduta del cda dell’Aspm dove sono stati annunciati tutta una serie di lavori che miglioreranno la profondità delle varie banchine e soprattutto sistemeranno le aree e i piazzali per offrire spazi adeguati al traffico di auto e non solo.

Un rilancio del porto varato all’ultimo cda del mandato del presidente Maschio che è in scadenza, una seduta nella quale è stato approvato anche il bilancio: 177mila euro di utili dopo le tasse, una gestione industriale attiva per 90mila euro, oltre a notevoli proventi che derivano dalla gestione finanziaria dei fondi a disposizione per le opere (circa 12 milioni). E le novità più rilevanti riguardano proprio i lavori di manutenzione che saranno portati a termine assieme al Genio Civile opere marittime.

«Le manutenzioni più importanti riguardano lo spianamento del fondale sotto le banchine - spiega Maschio - assieme alle Opere marittime toglieremo almeno 80mila metricubi di materiale che sarà ricollocato a mare sotto la diga foranea. Riporteremo così il fondale a 11,50 metri ottenendo tre approdi validi al posto di quello attuale». Ora c’è un solo approdo valido, il 9, lungo 250 metri, si scaverà sotto 7 e l’8 per ottenere 750 metri di banchina utile.

Non c’era via d’uscita per far attraccare nello scalo navi più grandi che pescano almeno 10 metri. L’altro lavoro sarà quello dello spianamento del fondale del famoso approdo del cabotaggio (quello mal realizzato sul quale è stata aperta un’inchiesta). «Lo vogliamo riportare ai livelli originali di 7,90 metri - spiega il presidente Aspm - in modo da avere almeno sette metri e mezzo utili su tutta la banchina». Spariranno praticamente tutti i massi sul piede della banchina e verranno calate delle gabbie di ghiaia. Il budget previsto è di almeno un milione e mezzo di euro. Ma oltre alle banchien l’Aspm ha già progettato l’asfaltatura dei piazzali, in previsione del traffico auto. Opere assolutamente necessarie anche per la sicurezza in porto e che si aggiungeranno ai lavori che ha varato in contemporanea anche il Consorzio per lo sviluppo industriale nelle aree che gli sono state assegnate dalla Regione. E sulla stessa scia pure l’Aspm farà interventi di risparmio energetico in porto. Saranno sostituite infatti le lampade dei fari di illuminazione con altre a led. Ci saranno lavori anche nelle palazzine. In futuro si penserà anche alle gru e alle infrastrutture ferroviarie, ci sono in ballo progetti di innovazione (con fondi Ue) e sta maturando l’idea di realizzare una stazione ferroviaria in porto. Un quadro di lento miglioramento dello scalo che sta dando risultati stando ai dati di traffico che anche nel primo trimestre del 2015 mostrano un trend positivo su tutti i fronti delle merci (cellulosa, siderurgia, miscellanea) e sono cresciuti ancvhe i numeri sia degli imbarchi che degli sbarchi.

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