Il porto di Trieste ha retto l’urto delle proteste di ottobre: traffici totali su del 5,7%
TRIESTE «Buono lo stato di salute generale». Sembra un bollettino medico l’incipit della nota inviata dall’Autorità portuale per fare il bilancio definitivo dell’operatività dello scalo durante le manifestazioni no Green pass indette dal Clpt il 15 ottobre. Il bollettino dice che il paziente ha avuto qualche fibrillazione ma che ora sta bene. I primi dieci mesi dell’anno segnano una crescita (in alcuni settori a due cifre) rispetto al non semplice 2020 e «nel mese di ottobre il porto regge il tentativo di blocco», con perdite nel solo settore container.
Sono le cifre che il presidente dell’Ap Zeno D’Agostino evidentemente attendeva per commentare per la prima volta quanto accaduto dopo il minacciato blocco del Coordinamento dei lavoratori portuali guidato da Stefano Puzzer. Dice D’Agostino che «con tutto quello che i manifestanti, accorsi soprattutto da fuori Trieste, volevano causare per disturbare una primaria attività economica, i dati avrebbero dovuto essere disastrosi, ma i numeri parlano diversamente. I primi dieci mesi sono molto positivi e registriamo solo lievi danni in ottobre per i container. Non si può parlare di crisi del nostro scalo, ma di crisi di immagine di un’intera città, che – non ho dubbi – uscirà più forte di prima». Il presidente sottolinea poi che «grazie ai tantissimi lavoratori che in silenzio hanno continuato a lavorare, a prescindere dalle loro convinzioni, abbiamo retto l’urto. Ringrazio anche i triestini che con orgoglio riconoscono il porto come motore dell’economia. Quanto a noi, siamo aperti al dialogo, nel rispetto delle regole vigenti, con tutti quelli che hanno a cuore il futuro del primo scalo d’Italia».
Ma com’è andato l’ottobre terribile del porto di Trieste? I volumi complessivi vedono il tonnellaggio totale crescere del 5,65% rispetto agli stessi trenta giorni del 2020, con «una sostanziale differenza tra prima e seconda metà del mese», col minacciato blocco del varco 4 a fare da spartiacque. A pagare è stato solo il Molo VII: «I contenitori – sottolinea l’Autorità portuale – registrano a ottobre una perdita (-5,55%) con 62.585 Teu movimentati, ma nella prima metà di ottobre l’incremento è vivace (+3,31%), mentre nella seconda l’inversione è brusca (-15,04%)». Diverse navi hanno d’altronde modificato destinazione finale bypassando Trieste e, pur in una situazione in via di normalizzazione, ci vorrà ancora un po’ per riallineare definitivamente la programmazione delle navi provenienti dal Far East.
Ottobre non intacca invece l’Autostrada del mare, che mostra anzi un +10,97% nella movimentazione ro-ro da e per la Turchia. I traghetti Dfds e Ulusoy registrano 75 toccate mensili rispetto alle 57 di ottobre 2020 e sono solo due le navi spostate da Trieste a Sete in Francia nei giorni del presidio, cui sommare la scelta di alcune aziende di deviare su strada per alcuni giorni il traffico di camion destinato ai traghetti. Stabile infine il numero di treni: a ottobre sono stati 767 (+0,52%), che rappresentano però un «decremento rispetto al trend di crescita (nella prima metà di ottobre il dato segna un +8,77%), collegato alla cancellazione di alcuni convogli durante i giorni della manifestazione e all’impossibilità di effettuare tutte le manovre per l’assenza di parte del personale» di Adriafer. Esente dai disagi è invece Monfalcone, che presenta a ottobre «una forte virata al rialzo sia per tonnellaggio totale (+31,40%), sia per movimentazione ferroviaria (+37,78%)».
Fin qui i numeri di ottobre, ma l’Authority approfitta per fare il punto anche sui primi dieci mesi dell’anno. Con 45,5 milioni di tonnellate, i volumi complessivi salgono dello +0,42% sullo stesso periodo del 2020. Sul risultato pesa il petrolio (-3,07%), con 30,7 tonnellate immesse nell’oleodotto. Secondo l’Ap, «la flessione sarà riassorbita entro fino anno». Cala invece il traffico container (-0,89%) con 632.485 Teu gestiti, mentre la crescita trova un buon motore nel segmento ro-ro, che raggiunge un +28,89%, con 250.971 unità transitate. L’Autorità definisce infine «incoraggiante la performance del traffico ferroviario: nei primi 10 mesi lo scalo giuliano ha raggiunto 7.754 treni (+16,08%), operando 1.100 treni in più rispetto allo stesso periodo del 2020. Risultato trainato principalmente dal terminal container del Molo VII», cui aggiungere il ritorno di una parte dei movimenti prodotti dalla Ferriera di Servola e la comparsa di un nuovo attore come la Piattaforma logistica.
Quanto al porto di Monfalcone, il periodo gennaio-ottobre totalizza 2,8 milioni di tonnellate movimentate (+15,12%), con risultati particolarmente positivi nei prodotti metallurgici (+32,44%). Flettono invece le merci varie (-11,61%) per il trend negativo del trasporto di cellulosa e si riduce il comparto dei veicoli commerciali (-14,14%), con 58.319 unità transitate, «dovuto alla crisi della produzione mondiale di semiconduttori che sta colpendo il mercato dell’auto».
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