Il portalettere arriverà a giorni alterni in 133 Comuni del Fvg

La proposta dell’azienda sul sito dell’Agcom che vuole ridurli a 4.721: in Friuli Venezia Giulia sarebbero 133
Di Piercarlo Fiumanò
Lasorte Trieste - Posta - Portalettere smista la posta con i guanti
Lasorte Trieste - Posta - Portalettere smista la posta con i guanti

TRIESTE. Poste italiane vorrebbe il recapito a giorni alterni in 5.296 comuni ma, secondo l'Agcom, il numero giusto è 4.721. È quanto emerge dal documento posto in consultazione sul proprio sito dall'Autorità che la scorsa settimana ha approvato le delibere sul piano dell’azienda guidata da Francesco Caio. Nell’era di mail, internet e posta elettronica, anche le Poste devono adeguarsi: «C’è una strutturale debolezza della domanda di invii postali in Italia», lamenta l’azienda. Le Poste puntano sempre più su sistemi di pagamento e servizi assicurartivi. La vecchia cartolina è ormai un reperto del passato mentre avanza il postino digitale. Tutta la partita si gioca intorno a poche frasi della normativa europea, secondo cui la posta va consegnata cinque giorni a settimana, ma con deroghe che le autorità nazionali possono concedere in presenza di «circostanze o condizioni geografiche eccezionali».

Il modello a giorni alterni si organizzerebbe così su base bisettimanale secondo lo schema lunedì-mercoledì-venerdì-martedì-giovedì fino a raggiungere, entro la fine del 2017, il limite massimo di un quarto della popolazione italiana. Secondo le tabelle Agcom, che punta a chiudere l’iter entro giugno, la consegna a giorni alterni riguarderebbe 133 Comuni del Friuli Venezia Giulia (che salgono a 149 nella tabella predisposta dalle Poste).

Rappresentano il 25,6% sul totale della popolazione regionale. L'Agcom di fatto ha accolto le novità sul sistema di recapito a giorni alterni sul 25% del territorio nazionale, chiedendo però «un'attenta valutazione» di quali Comuni coinvolgere. In ballo ci sono specifici criteri, di natura geografica per individuare quella parte del Paese che si vedrà consegnare la posta a giorni alterni. Pur non prendendo ancora decisioni definitive, il Garante per le comunicazioni ha infatti posto qualche paletto modificando solo in parte le proposte di Francesco Caio e sottoponendo alla consultazione pubblica del mercato le soluzioni di compromesso trovate rispetto al piano presentato dalla società.

Le diverse valutazioni dell'azienda e dell'organismo di controllo si devono alle differenti soglie applicate alle varie voci.

In particolare, Poste indica la consegna come «particolarmente onerosa» se la distanza media tra i civici è superiore a 50 metri, se il numero medio di utenti per civico è inferiore a tre e se il numero di utenze commerciali sul totale delle utenze è inferiore al 20%. Secondo l'Agcom, invece, le soglie da prendere in considerazione sono nel primo caso 81,7 metri, nel secondo meno di 1,4 utenti e nel terzo meno dell'8% di utenze commerciali. Scorrendo le tabelle contenute nella delibera posta a consultazione si evince che il 58% circa dei comuni individuati dall'Autorità è «totalmente montano», l'8% «parzialmente montano» e il 33% circa «non montano»: in particolare, verrebbe autorizzato il recapito a giorni alterni nel 78% circa dei comuni «totalmente montani» e nel 41% di quelli «non montani». Tra le regioni maggiormente colpite spicca la Lombardia, con 423 comuni coinvolti (il 9% del totale), per una popolazione interessata pari però solo al 5,7% del totale.

Da un punto di vista degli utenti coinvolti, invece, al primo posto si piazza la Basilicata, con il 75,2% e 126 comuni. La consegna a giorni alterni riguarderebbe poi 263 centri del Trentino Alto Adige, 238 del Veneto, e 133 del Friuli venezia Giulia. Secondo Poste Italiane con il nuovo modello ci sarebbero ritardi nella consegna di posta prioritaria e ovviaente i quotidiani. Vedremo come si risolverà un problema non secondario. Secondo il documento sul sito dell’Agcom disponibile alla consultazione Poste Italiane, una volta ottenuta l'autorizzazione per il recapito a giorni alterni nei comuni coinvolti, dovrà informare gli utenti 30 giorni prima dell'avvio del nuovo regime.

La società vorrebbe invece fornire le informazioni a partire dalla data di avvio delle nuove modalità.

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