Il Policlinico Triestino si smarca: «Non congeliamo le agende»
Il fronte della sanità privata perde un pezzo. «Rassicurazioni dalla Regione». Le altre realtà confermano l’alt alle prenotazioni di prestazioni in convenzion

Il fronte della sanità privata che da sabato ha avviato il congelamento delle agende per un centinaio di prestazioni ritenute non più sostenibili economicamente perde un pezzo. Il Policlinico Triestino, l’unica struttura in regione rappresentata da Aris, si tira fuori dall’azione comunicata mercoledì scorso assieme ad Aiop, Anisap e Assosalute del Friuli Venezia Giulia.
La scelta del Policlinico Triestino
«Pur confermando di condividere le motivazioni alla base delle iniziative sottoscritte e portate avanti da tutte le associazioni di categoria nei giorni scorsi – si legge in una nota –, Policlinico Triestino, allo scopo di tutelare i diritti dell’utenza, non ha ad oggi adottato alcuna sospensione delle agende di prenotazione, né intende farlo nei prossimi giorni».
Le rassicurazioni
Una posizione decisa dopo un confronto con i vertici della sanità della Regione, come da successiva spiegazione: «La società ritiene che le rassicurazioni avute dalla direzione centrale Salute in merito alla prosecuzione del confronto con gli erogatori privati sia sul tema del tariffario regionale, ma soprattutto sul ruolo dell’erogatore privato accreditato nel sistema sanitario regionale in senso ampio, siano sufficienti per sospendere ulteriori iniziative di protesta». Dunque, «Policlinico Triestino conferma il proprio impegno a proseguire l’erogazione dei servizi al cittadino, con l’auspicio che il dialogo con la Regione possa portare in tempi brevi a soluzioni concrete e sostenibili per tutti gli attori coinvolti».
Stop alle prenotazioni
Un’uscita sorprendente dopo che la sigla Aris era comparsa accanto alle altre nel comunicato di metà settimana in cui si anticipava, a partire da marzo, e quindi da ieri, lo stop alle prenotazioni per numerose prestazioni diagnostiche e di riabilitazione che il privato accreditato non ritiene più sostenibili a seguito del recepimento da parte della Regione del nuovo nomenclatore tariffario entrato in vigore a fine dicembre a livello nazionale. Quel documento contiene ribassi tra il 20% e il 60%, non compatibili con l’attività aziendale delle 32 strutture regionali.
Le partite legali
Sul cambio di rotta del Policlinico Triestino, il presidente Guglielmo Danelon non rilascia dichiarazioni. Né parlano gli altri presidenti, decisi invece a mantenere la decisione presa, nell’attesa di novità che possano emergere dal confronto con la Regione, ma anche dalle partite legali aperte attorno alla vicenda. L’entrata in vigore del Decreto Tariffe approvato a novembre dalla Conferenza Stato-Regioni, e il conseguente aggiornamento dei tariffari della specialistica ambulatoriale e dell’assistenza protesica, congelati l’uno dal 1996, l’altro dal 1999, ha fatto scendere sul piede di guerra centri privati e laboratori di analisi cliniche, pronti al ricorso al Tar del Lazio. Ma al Tar (del Fvg) si sono rivolte pure le associazioni del privato accreditato regionale contro la delibera di giunta che ha recepito il nomenclatore nazionale.
Il fascicolo
Altra questione aperta è quella della legittimità del congelamento delle agende. Ne aveva parlato per prima la Cgil con il segretario generale Michele Piga: «Ci chiediamo se questa scelta non possa configurare gli estremi di un’interruzione di pubblico servizio, con annesso danno alla salute dei cittadini». La Procura di Trieste, che ha aperto un fascicolo di indagine, intende eseguire accertamenti e convocare innanzitutto i funzionari sanitari e gli operatori del privato per chiarire l’impatto, i disagi e gli effetti sulla cittadinanza. Inchiesta al momento a carico di ignoti e senza ipotesi di reato, ma, in astratto, potrebbe successivamente configurarsi in un’interruzione di pubblico servizio.
Nodo liste d’attesa
La preoccupazione è che lo stallo possa determinare l’incremento delle liste d’attesa e la perdita di posti di lavoro nelle strutture private. Lo afferma, tra gli altri, la consigliera regionale del Pd Laura Fasiolo: «Se è vero che è il pubblico a “dettare le regole”, come osserva l’assessore Riccardi, è altrettanto vero che le svolte epocali non si fanno con l’accetta».
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