Il pm chiede il rinvio a giudizio di Marescotti per il crac Fadalti

Nei guai l’ex amministratore delegato di Friulia assieme ad altre 20 persone, tra cui i vertici della spa pordenonese dichiarata insolvente nel 2010. Le accuse: dalla bancarotta fraudolenta e semplice all'evasione dell'Iva
FOTO BRUNI TRIESTE 06 05 05 MARESCOTTI FEDERICO-VICE PRES.FRIULIA
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PORDENONE. Crac dell’impero Fadalti, la Procura di Pordenone ha chiesto il processo per 21 tra vertici di Friulia, a partire dall’ex ad Federico Marescotti, amministratori e sindaci della spa dichiarata insolvente il 9 dicembre 2010 (e poi rilevata da un imprenditore friulano). Le ipotesi di reato contestate, a vario titolo, vanno dalla bancarotta semplice alla fraudolenta, dal ricorso abusivo al credito all’evasione dell’Iva.

Il pm Annita Sorti ha raccolto in 17 pagine 19 capi di imputazione, sostanzialmente invariati rispetto all’avviso di conclusione indagini, e 6mila documenti allegati. Chiesto il processo per l’ad della spa fino al 30 giugno 2009 Alvise Faotto, 64 anni, di Sacile; per il presidente del cda, Piero Fadalti, sacilese di 58 anni; per la vice, Luisa Fadalti, 64 anni, di Sacile; per la consigliere sacilese Emanuela Fadalti, 67 anni. Ancora, la procura ha chiesto il rinvio a giudizio del consigliere Gabriele Verardo, 68 anni, di Brugnera; di Franco Biasutti, 56 anni, di Palazzolo dello Stella, espresso da Friulia spa; ancora, dell’allora amministratore delegato di Friulia Federico Marescotti, 57 anni, di Milano, del responsabile investimenti Alessandro Mulas, 54 anni, di Trieste, e di Gianni Tulisso, 68 anni, di Udine, all’epoca sindaco effettivo. La procura ha chiesto il processo, inoltre, per il liquidatore del Gruppo Fadalti, Giorgio Ghezzi, 53 anni, di Bergamo, l’avvocato pordenonese Dimitri Guarino, 46 anni, componente il cda, l’ex presidente del cda Pietro Codognato Perissinotto, 68 anni, di Silea e Claudio e Carlo Borea, 58 e 60 anni, di Sanremo, che entrarono nel board della spa tra il 2009 e il 2010 quando tentarono il salvataggio.

Gli ultimi indagati per i quali il pm ha chiesto il processo sono Domenico Porcaro, pordenonese di 77 anni, Ivonne De Conto, 73 anni, di Sacile, Sandro Benvenuti, 57 anni, di Trieste (il primo presidente del collegio sindacale, gli altri due sindaci effettivi), l’ad Giancarlo Francesco Puppo, 69 anni, di Genova, la commercialista Anna Grava, 50 anni, di Pordenone, Claudio Tatozzi, 44 anni, di Milano, Giuseppe Cassinis, 48 anni, di Milano, tutti amministratori o sindaci per limitati periodi.

Il pubblico ministero Annita Sorti, infine, ha chiesto l’archiviazione per Luigi Pompanin Dimai, 46 anni, di Cortina, sindaco effettivo. Piero, Luisa, Emanuela Fadalti, Faotto, Verardo, Biasutti, Porcaro, De Conto e Benvenuti, amministratori e sindaci fino al 30 giugno 2009 a vario titolo sono accusati di avere concorso ad aggravare il dissesto finanziario della Fadalti, celando le difficoltà finanziarie, l’avvenuto azzeramento del capitale sociale e la necessità di provvedere alla ricapitalizzazione, consentendo un ulteriore accesso al credito bancario, senza adottare piani di risanamento. Solo gli amministratori sono accusati di avere compiuto operazioni «imprudenti» per ritardare il fallimento. Il secondo filone di indagine riguarda il salvataggio tentato dal gruppo Borea, e coinvolge Ghezzi, Codognato, Tatozzi e Guarino, a vario titolo, oltre ad alcuni precedenti amministratori. L’operazione avrebbe aggravato il dissesto di Fadalti spa proseguendo l’omissione del versamento Iva e sottoscrivendo un accordo con il Gruppo Borea per il pagamento preferenziale del loro credito e delle banche, sceso in sei mesi da 41 a 27 milioni. (e.l.)

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