Il pm chiede 32 anni complessivi per le spese pazze in Consiglio regionale

TRIESTE. Trentadue anni e cinque mesi di reclusione, divisi tra i 22 indagati, più 250 euro di multa, riservati al “recidivo” Edouard Ballaman. Eppoi quasi 350mila di rimborsi da restituire, ovvero il totale degli scontrini contestati, questi nuovamente divisi tra i 22 sotto inchiesta, ma chiesti in larga misura, per una cifra che sfonda i duecentomila euro, per intendersi, alla sola Lega Nord. Federico Frezza, il pm titolare del fascicolo penale sulle spese folli di palazzo messe in conto al Consiglio regionale tra il 2008 e il 2011, tira le somme delle somme. E - in vista dell’udienza del 15 luglio davanti al gup Raffaele Morvay a carico dei 22 indagati per cui lo stesso Frezza ha chiesto a fine maggio il rinvio a giudizio - formula la sua “offerta” per venire a patti proprio con quei 22. “Offerta” che, per la cronaca, è stata notificata in queste ultime ore ai diretti interessati contestualmente proprio all’avviso della fissazione dell’udienza preliminare del 15 luglio. “Offerta” che, stando almeno all’aria che tira negli studi legali, dovrebbe il più delle volte essere gentilmente declinata. Altrettanto improbabile dovrebbe essere una pioggia di “non luogo a procedere” dal pulpito del giudice Morvay. Morale: per una buona parte delle 22 posizioni non è azzardato profilare, ad oggi, il rinvio a giudizio. O con l’opzione del rito abbreviato a disposizione delle difese, o con il processo a dibattimento ordinario.

Ma restiamo, per intanto, ai fatti. Variano dai 18 ai 21 mesi tutti con la condizionale in quanto sotto i due anni e dunque tutti senza l’imposizione effettiva del carcere - eccezion fatta per Edouard Ballaman e per il suo “bigliettaio” aereo Matteo Caldieraro, si legga più sotto - le pene proposte appunto dal pm nella prospettiva di un eventuale patteggiamento con gli avvocati (complessivamente una ventina) che saranno chiamati a rappresentare i loro 22 assistiti a metà luglio. Tre mesi in più o in meno non sono figli in realtà di indagati più o meno “cattivi”, ma dipendono sostanzialmente e principalmente dal cambio “in corsa” dell’ordinamento giuridico in materia di peculato applicabile agli anni presi in esame. Capita così che per sei dei 22 - tutti e sei non più presenti in piazza Oberdan dopo il rinnovo elettorale del 2013, cioè i leghisti Danilo Narduzzi e Ugo De Mattia, i democrats Gianfranco Moretton e Sandro Della Mea e gli ex Pdl Daniele Galasso e Piero Tononi - il pm proponga un anno e nove mesi con la sospensione condizionale, risultato di una pena base di quattro anni per cui la bilancia tra attenuanti e aggravanti (l’ipotesi del reato continuato) pende dalla parte delle prime.
Per ben 14 posizioni, invece, la proposta dell’accusa si attesta all’anno e mezzo, a chiusura di un analogo calcolo tra attenuanti e aggravanti partito da tre anni di pena base. Sono le posizioni di nove ex consiglieri non rieletti (o non candidati neanche) nel 2013, di tre colleghi che invece, in piazza Oberdan, dopo il voto di un anno fa ci sono tornati, e pure di due “esterni”. Iniziamo dagli ultimi due: uno è l'elicotterista Paolo Iuri, fidanzato dell’attuale capogruppo della Lega Mara Piccin, che si presume abbia dormito in albergo con lei a spese della collettività, e al quale viene contestata una consulenza da cinquemila euro, l’altro è l’odierno capogruppo di Fi in Consiglio comunale a Trieste Everest Bertoli, che deve rispondere dell’affitto per conto di Piero Camber di una sala al Rossetti per conferenza e rinfresco in occasione del Giorno del ricordo dell’esodo, nonché l’adesione a una convention giovanile a Bruxelles.
I tre consiglieri regionali di ieri e di oggi sono il forzista Elio De Anna, il Pd Daniele Gerolin e la Piccin di cui sopra: per loro, senza archiviazione né al caso assoluzione, arriverà l’ora della sospensione della carica in base alla legge Severino. Il che non tocca i nove che erano in piazza Oberdan ma non lo sono più: i berluscones Massimo Blasoni, Maurizio Bucci, Camber stesso, Antonio Pedicini e Gaetano Valenti, ileghisti Enore Picco e Federico Razzini, l’altro Pd Alessandro Tesini e infine Roberto Asquini, eletto nel 2008 col Pdl e passato in corso di legislatura nel Gruppo misto.
Della serie gli indagati (e i loro gruppi consiliari) non solo si contano, ma soprattutto si pesano, il pm condiziona ciascun patteggiamento al risarcimento del “danno”, che qualcuno in realtà può aver già provveduto a saldare, risolvendo così parte del proprio problema, davanti alla Corte dei conti. E qui vien fuori che il computo delle spese di palazzo contestate in sede penale vale esattamente 349.131 euro. Ben più della metà, come detto, è a carico del Carroccio: 201.271. Seguono i 105.824 del Pdl, i 19.121 del Pd e i 15.134 del Gruppo misto di Asquini.
@PierRaub
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo