Il placet della norma regionale voluta dall’ex assessore Seganti

Non sono illegali. E non vogliono sentir parlare di ronde. Ufficialmente, sono “volontari per la sicurezza”. Riconosciuti da una legge regionale, approvata il 29 aprile del 2009, si muoverebbero nel...

Non sono illegali. E non vogliono sentir parlare di ronde. Ufficialmente, sono “volontari per la sicurezza”. Riconosciuti da una legge regionale, approvata il 29 aprile del 2009, si muoverebbero nel “pieno rispetto delle normative”, assicura il vicesindaco Pierpaolo Roberti: «La legge esiste, basta applicarla. La registrazione avviene in Regione, poi c’è un iter preciso per la formazione, che passa in capo al Comune, esattamente alla Polizia locale. Costi a carico del cittadino? Parliamo di una dotazione basica, una pettorina, come quella assegnata ai nonni vigili. Non c’è nessun rischio di giustizia fai da te o sceriffi improvvisati: ci sono regole precise, i volontari servono solo a potenziare il controllo del territorio». La legge 9 del 2009 è stata approvata nel corso della scorsa legislatura dalla giunta Tondo. Madrina della norma, l’allora assessore regionale alla sicurezza Federica Seganti, leghista (e triestina) come Roberti, che aveva trovato il pieno appoggio da Roberto Maroni, oggi presidente della Lombardia, ma allora ministro degli Interni. Anche allora, la legge era stata accolta con squilli di tromba dalla Lega Nord, mentre aveva causato qualche mal di pancia alla componente più moderata dalla coalizione, allora rappresentata da una parte del Popolo della Libertà e dall’Udc. Proprio come accade ora con gli alleati della Lega, forzista in testa, in rotta di collissione con le scelte in stile sceriffo del vicesindaco. (g.s.)

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