Il Piccolo in trasferta al Caffè degli Specchi: ecco come nasce il nostro giornale
Per la prima volta i giornalisti hanno tenuto la riunione fuori dalla redazione, in centro a Trieste. Il direttore Luca Ubaldeschi: “Un modo per mostrare al lettore che Il Piccolo è un giornale vivo, che respira assieme al territorio che racconta”

TRIESTE Il giornale che mercoledì 21 febbraio stringerete tra le mani (o sullo schermo del vostro tablet) è nato stamattina al Caffè degli Specchi. Se siete passati di là per gustare un capo in b, può essere che ci abbiate visti: per la prima volta, infatti, i giornalisti de Il Piccolo hanno tenuto la loro riunione giornaliera fuori dalla redazione, in città. Come ha spiegato il direttore Luca Ubaldeschi, è un modo per “mostrare al lettore che Il Piccolo è un giornale vivo, che respira assieme al territorio che racconta”.
L’iniziativa si ripeterà in futuro in diversi luoghi di riferimento per il giornale, così come negli altri quotidiani del gruppo Nordest Multimedia. Per Trieste la scelta del luogo da cui partire cade sugli “Specchi”, uno dei simboli della città.
Il saluto del sindaco
La mattinata comincia in un turbine, quando passa a portare il suo saluto il sindaco Roberto Dipiazza. La redazione non è ancora arrivata, sul posto ci sono il direttore Ubaldeschi e il vicedirettore Fabrizio Brancoli: il primo cittadino è al solito caleidoscopico, spazia dalla qualità della vita al Porto vecchio, dal Silos allo sciacallo dorato.
“Certi temi meriterebbero approfondimento – dice Dipiazza al direttore -. Faccio un esempio: gli sciacalli dorati sul Carso. La gente dice “che problema c’è?”. Io sono cacciatore da sempre e lo so: non c’è più un piccolo di capriolo, perché li mangiano tutti”.

Il sindaco rivanga anche il suo rapporto ormai ventennale con il giornale: “Quando arrivai nel 2001 il direttore Alberto Statera mi fece grandi battaglie, ma poi andavamo a pranzo insieme”.
E ancora: “Allora ogni triestino cominciava la giornata con il caffè e Il Piccolo. Poi credo che sia stato fatto qualche errore, bisogna riconoscerlo. Succede anche al Comune: è vero che sul tram di Opicina ci mettono mille ostacoli, ma qualcosa avremo sbagliato anche noi”.
Nel corso della chiacchiera si tocca anche l’ipotesi del terzo mandato: “Sono venticinque anni che faccio questa cosa, per me basta – dice il sindaco -! Però è vero che questo mestiere richiede tempo, dieci anni ti servono appena per capire dove sei. Ero appena diventato sindaco quando Berlusconi venne a Trieste. Mi disse: “ti serviranno vent’anni per fare tutto quello che vuoi fare”. Si è dimostrato profeta in patria”.
Il senso della trasferta
Salutiamo il sindaco mentre, un po’ alla volta, i colleghi si accomodano ai tavolini, confortati da un caffè. Prima della riunione, la collaboratrice Francesca Pitacco spiega l’importanza dei caffè storici nella storia e nell’identità di Trieste.
Ubaldeschi spiega poi il senso della trasferta agli Specchi:
“È per vocazione che un giornale si apre ai suoi lettori: farlo uscendo dalla redazione non è una stravaganza, è un modo per sottolineare anche visivamente il legame forte che un giornale ha con il territorio di cui fa parte. Ho voluto partire da Trieste perché è una piazza importantissima, il giornale più antico fra quelli del nostro gruppo. Ed essendo tale, deve essere il primo a interpretare la modernità”.
Come nasce il giornale
Poi iniziano le danze della riunione. Come nasce ogni giorno un giornale? I suoi lettori in fondo non son tenuti a saperlo. Nella prima riunione della giornata, quella fondamentale, si stabilisce la gerarchia delle notizie e il loro collocamento in pagina. Reparto per reparto, le prime pagine sono dedicate alle notizie più rilevanti, mentre all’interno di ogni pagina spetta al pezzo di apertura (quello più grande) di ospitare il fatto più importante. Il testo che state leggendo, ad esempio, è composto da una sola apertura.
In principio di riunione il vicedirettore Brancoli fa il punto del lavoro del giorno precedente, sottolineando debolezze e punti di forza. Poi, sotto la regia del caporedattore Alessio Radossi, i capo-reparto espongono il menù di giornata: si parte con Arianna Boria, del reparto Cultura e spettacoli, che parla di filosofia, letteratura e della rassegna sulle donne del teatro Miela.

La parola passa poi a Roberto “Chief” Degrassi, che illustra le vicissitudini dello Sport cittadino. Intervengono poi in videoconferenza i referenti delle redazioni distaccate: Pietro Comelli da Gorizia e Roberto Covaz da Monfalcone.
Il giro delle cronache si chiude con Trieste, il cui sfoglio viene illustrato da Matteo Unterweger. Paola Bolis spiega invece qual è il programma del reparto Attualità (si parte con un paginone sulle “grandi dimissioni”), mentre a Maurizio Cattaruzza spetta l’illustrazione di editoriali e commenti. Infine la collega Elena Placitelli spiega le attività del nostro portale web.

Mentre parlano, si avvicina e si siede una chiacchiera con i colleghi di sempre anche Piero Trebiciani, già caporedattore centrale del giornale, ora in pensione. Finita la riunione, si beve un frizzantino per festeggiare. Senza esagerare, però, ché il giornale è ancora tutto da fare.
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