Il piano di riassetto preoccupa la Bcc Carso
«Preoccupazione perchè le linee di autoriforma non pregiudichino le peculiarità e l’autonomia dell’istituto. Attenzione affinchè possano essere colte le opportunità collaborative suscitabili dall’evoluzione del sistema». La Banca di credito cooperativo del Carso (Zkb-Zadruga zadruzna krska banka) segue «con trepidazione», come dice il neo-presidente Adriano Kovacic, il processo di riassetto innescato dalla delibera assunta lo scorso 12 marzo dal consiglio nazionale di Federcasse a Milano. Kovacic, 48 anni, laureato in economia e commercio a Trieste, consulente aziendale, ha sostituito quattro mesi fa Sergio Stancich alla guida della banca carsolina.
Prima che l’autorità governativa, come è successo con le Popolari, intervenga a cambiare le regole del gioco, il mondo delle Bcc ha così preferito, assecondando le indicazioni di Bankitalia, imboccare la strada dell’autoriforma.
Nella provincia di Trieste l’unico istituto di credito cooperativo “autoctono”, al netto delle filiali di altre banche, è la Bcc del Carso, che ha il suo quartier generale a Opicina. Espressione della comunità slovena, l’istituto opera con 11 filiali diffuse nella sola provincia triestina: 6 sono situate nel Comune di Trieste, 2 in quello di Duino Aurisina, 2 in quello di San Dorligo, 1 a Muggia.
I fondamentali sono positivi, sottolinea Kovacic, come testimoniano i dati della semestrale 2014: totale dell’attivo a oltre 512 milioni di euro; crediti verso la clientela oltre 323 milioni; raccolta diretta e indiretta complessivamente a 480 milioni. Il patrimonio netto si attesta attorno ai 60 milioni e mezzo. L’utile di esercizio al 30 giugno era di 302 mila euro.
«La buona salute della banca - commenta Kovacic - ci fa ben sperare sulle prospettive, anche alla luce dell’autoriforma». Bcc Carso dà lavoro a un centinaio di addetti per i quali Kovacic non paventa ripercussioni relativamente alle possibili evoluzioni del comparto.
Aggregazioni, razionalizzazioni, collaborazioni : «E’ presto per sapere quali strade verranno imboccate, il consiglio non si è ancora pronunciato e attendiamo di conoscere quale sarà l’orientamento nazionale», precisa Kovacic. La Bcc Carso, coerentemente alla linea impostata dal presidente della federazione regionale Giuseppe Graffi Brunoro, è favorevole a un’unica capogruppo nazionale, ipotesi preferita rispetto a quella che accredita un’articolazione su più riferimenti. Tra l’altro la banca triestina ha una “collega” che, analogamente, afferisce alla minoranza nella finitima provincia isontina: è la Bcc Doberdò e Savogna. Ma, ribadisce Kovacic, la delibera di Federcasse è ancora fresca e nessuna valutazione è stata fatta riguardo alleanze e accordi: «Siamo disponibili a studiare forme di collaborazione, ma adesso ogni ipotesi è prematura. Ci interessa prioritariamente tutelare le caratteristiche operative e territoriali che improntano il credito cooperativo e che lo rendono diverso dagli altri modi di fare banca».
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