Il piano comunale anti-furbetti miete le prime vittime a Trieste
TRIESTE Anti-corruzione & trasparenza: il Comune carbura il sistema di monitoraggio interno e alza l’asticella dell’attenzione. La grande macchina, abitata da quasi 2500 persone, non sembra afflitta da gravi patologie - come vedremo dalle statistiche - ma nasconde molte potenziali tentazioni. «Aumentano i servizi, si aprono nuovi centri di costo - riassume Santi Terranova, segretario e direttore generale del Municipio - la nostra volontà è prevenire l’illecito».
Così il Piano triennale 2018-20, licenziato alcuni giorni addietro dalla giunta, recepisce questi motivi di mobilitazione, di osservazione, di coinvolgimento per cogliere e isolare le situazioni pericolose. Timbrature, autorizzazioni, gestione delle malattie, visite fiscali, lo straordinario, le ferie: il documento elenca alcuni dei temi di maggiore esposizione all’eventualità illecita.
E individua una serie di “aree di rischio” nelle quali potrebbe più facilmente annidarsi il “nemico”: autorizzazioni, concessioni, contributi, presenze/assenze del personale. In questi ambiti la classificazione di rischio “alto” è attribuito al servizio edilizia privata e pubblica, all’area scuola-educazione-cultura-sport. «Attenzione alla forte diffusione delle strutture sul territorio, occhio vigile sulla “periferia” del sistema comunale», puntualizza Terranova.
Il report 2017, firmato dallo stesso segretario in qualità di responsabile del Piano, mappa per la prima volta il quadro delle criticità disciplinari e giudiziarie. Il cosiddetto whistleblowing, cioè il dipendente che denuncia illeciti commessi da un collega, è stato limitato solo a due casi, uno per lettera e uno per e-mail, entrambi debitamente firmati, ma respinti al mittente perchè «i rilievi - spiega Terranova - non erano dimostrabili». Sul mancato rispetto del codice di comportamento interno si sono contate 12 segnalazioni: 6 le violazioni accertate, 7 i procedimenti disciplinari intrapresi, 6 le sanzioni comminate. «In massima parte - precisa Terranova - litigi tra colleghi».
Otto i procedimenti penali che hanno coinvolto dipendenti comunali, 4 dei quali hanno determinato la sospensione dal lavoro con privazione della retribuzione. Il sommario dei reati commessi elenca 2 peculati, 1 per minacce, 2 per comportamenti scorretti nei confronti di minori, 2 truffe 1 per guida in stato di ebbrezza. Le fattispecie attinenti alla corruzione riguardano due casi legati al maneggio dei valori (peculato) e un caso di truffa in tema di presenze/assenze.
Durante il 2017 - informa ancora il report terranoviano - è stata applicata, in concomitanza dell’ampia riorganizzazione della struttura e nel rispetto della normativa, la rotazione di alcuni profili, che ha interessato 14 dirigenti, 16 posizioni organizzative, 8 funzionari. A dimostrazione della buona salute goduta dall’ente - si legge ancora - si sono registate solo 21 richieste di di accesso civico “generalizzato”.
Ma il Piano, pur contenendo la primizia del monitoraggio relativo alle “patologie” riscontrate all’interno del Municipio, guarda ovviamente agli anni futuri. Pur ritenendo «soddisfacente» l’attuazione delle misure anti-corruzione & di trasparenza, detta alcune priorità operative che riguardano le autodichiarazioni, il maneggio dei valori e l’automatizzazione dei processi (per esempio sulle pratiche edilizie e sulla gestione ferie).
Un aspetto delicato e importante è rubricato alla voce “inconferibilità per incarichi dirigenziali”: il report precisa che «sono state raccolte le auto-dichiarazioni da parte dei dirigenti sull’inesistenza di cause di incompatibilità, ma non effettuate verifiche ispettive sulla loro veridicità». «Saranno effettuate nel 2018 per tutti i dirigenti», è l’impegno assunto da Terranova nella redazione della relazione.
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