«Il Piano acustico non tutela i cittadini ma soltanto i bar»
«Non permetteremo che il nostro diritto alla salute sancito dalla Costituzione venga calpestato. Intendiamo difenderlo in tutte le sedi. Non possiamo avallare che Gorizia diventi un baraccone senza stile».
A tuonare è il gruppo di cittadini che, ieri sera, si sono ritrovati al Palace hotel di Gorizia. A tirare le fila Annunziata Puglia, Claudio Macrini e Alessandro Culot. Nodo del contendere il Piano comunale di classificazione acustica.
«Già a suo tempo abbiamo precisato che tale piano era, a nostro avviso, inaccettabile sotto diversi punti di vista, ed in particolare per la collocazione di tutto il centro storico della città in IV classe, e cioè nella classe limite tra quelle residenziali, in cui i livelli di rumorosità sono fissati in termini più alti rispetto alle altre zone residenziali e, cioè, a 65 decibel di giorno e 55 decibel di notte. Nel corso di una riunione delle commissioni Urbanistica e Ambiente abbiamo comunque apprezzato la disponibilità degli assessori competenti Pettarin e Del Sordi, che sospendendo l’approvazione del Piano si erano detti pronti a ricevere e far vagliare dagli uffici tecnici comunali le nostre osservazioni in merito».
Ma oggi c’è una novità. Perché i cittadini hanno affidato, a loro spese l’incarico ad un tecnico acustico. Le risultanze? «Lo studio - spiegano i cittadini - evidenzia come, sostanzialmente, la zona del centro storico venga considerata solo come “zona da valorizzare a fini commerciali”, inserendola tutta nel limite massimo di classe (IV) e venga individuata tutta come sito in cui è consentito lo svolgimento di manifestazioni temporanee nel corso delle quali sono permessi il superamento dei limiti già alti, fissati per tale classe. In tale zona, anche quelli che vengono definiti ricettori sensibili cioè scuole, università, biblioteche, musei, parchi, chiese, che per legge devono essere parametrati in classe I, vengono posti in IV classe con operazioni tecniche assai discutibili, evidenziando l’orientamento dell’amministrazione a garantire la possibilità di svolgimento di attività rumorose piuttosto che una corretta fruizione di servizi fondamentali, quale quello scolastico o quello culturale di una biblioteca, che ovviamente richiedono la garanzia di un clima circostante in cui l’inquinamento acustico sia ridotto al minimo».
Ed è questo l’elemento che viene contestato. «Appare evidente che, nell’ottica dell’amministrazione comunale, l’intero centro storico viene preso in considerazione nel piano di zonizzazione, solo in relazione alle esigenze di attività commerciali specifiche quali sono quelle di somministrazione di cibi e bevande, al fine di consentire a tali pubblici esercizi la possibilità di realizzare installazioni fisse nonché manifestazioni ed eventi che incidono pesantemente in termini di inquinamento acustico con limiti orari e di rumorosità sostanzialmente inesistenti».
Peraltro, fanno sapere i cittadini, «le nostre considerazioni e timori sono suffragati anche dal parere dell’Arpa relativo alla bozza di regolamento comunale sulle attività rumorose temporanee: parere che boccia sonoramente tale documento nel quale, ignorando totalmente le linee guida dettate al riguardo dall’Arpa Fvg che indicano il numero annuale delle manifestazioni in deroga in 16 giorni l’anno per sito per gli intrattenimenti musicali pianobar con un limite orario massimo fissato alle 24, si prevede per il solo centro storico la possibilità di 50 eventi puntuali e 10 eventi diffusi in deroga sia di limiti di rumorosità che orari (70 decibel fino alle 2 di notte) oltre a ulteriori 30 giorni complessivi nell’anno solare di attività temporanee di intrattenimento quali serate musicali feste balli effettuati a supporto dell’attività principale, anche queste oltre i limiti!».
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