Il pesce palla raggiunge Pirano

Un pescatore ha catturato il primo esemplare “sloveno”. È della stessa famiglia di quello di Ragusa
Di Mauro Manzin

TRIESTE. Non ci sono più le mezze stagioni e il mare sta cambiando. Al punto che sono sempre più frequenti gli “avvistamenti” e le prese all’amo a nella rete di pesci tropicali nelle acque del Mare Adriatico. L’ultima in ordine di tempo è la “pesca miracolosa” registrata a cinque miglia al largo nel golfo di Pirano. Il pescatore Stelio Bonifacio dalla chiara appartenenza alla minoranza italiana, ha catturato il primo esemplare di pesce palla nelle acque slovene. Primo, al punto da non avere in Slovenia un suo nome proprio mentre quello scientifico è “Sphoreides Pachygaster”. Ne da notizia il quotidiano lubianese Delo nella sua ultima pagina solitamente dedicata alle curisosità dall’interno e dal mondo.

Il pesce palla è altamente velenoso visto che nelle sue carni, soprattutto nel fegato si nasconde la tetrodocsina molto più letale del cianuro al punto che basta ingerirne una piccolissima quantità per andare a trovare il Creatore. Secondo il dottor Lovrenc Lipej del Centro biologico marino la cattura è l’ulterirore conferma del fenomeno di tropicalizzazione delle nostre acque dovute all’aumento della temperatura del mare. Lo studioso era sicuro che prima o poi il pesce palla sarebbe stato catturato anche nell’Alto Adriatico viste poi le simili catture avvenute in precedenza al largo delle coste croate.

Secondo gli studiosi il pesce palla catturato a Pirano appartiene alla stessa famiglia dell’esemplare pescato alcuni giorni fa al largo di Dubrovnik (Ragusa), una specie che già da tempo vive nel Mediterraneo, Il pescatore sloveno Stelio Bonifacio ha raccontato al Delo di aver catturato l’esotica preda a cinque miglia al largo di Pirano con una “nassa” a circa 22 metri di profondità. È lungo circa 35 centimetri e pesa poco meno di un chilogrammo.

Le sue carni, anche se velenose, sono molto ricercate in Giappone dove i più raffinati chef ne fanno un fantastico “pasticcio”. E nonostante una preparazione così attenta e raffinata - il veleno del pesce palla si concentra nel fegato e nelle sue ghiandole sessuali - ogni anno in Giappone si stima che muoiano 1250 persone che si sono cibate delle sue ricercatissime e, a questo punto, pericolosissime carni anche perché il suo veleno si calcola sia 1250 volte più letale del cianuro. «Il pesce palla - conferma il dottor Lipej - è pericoloso solamente nel piatto se lo si tocca non si muore, e questo conferma ancora una volta che tutto ciò che troviamo nel mare non è certo commestibile».

Ora gli studiosi sloveni dovranno prima di tutto “inventare” un nome comune per il nuovo inquilino del Mare Adriatico. Poi sarà sicuramente interessante capire quali sono diventate le sue abitudini nei nuovi mari colonizzati e soprattutto quale sarà il loro impatto sulla popolazione ittica indigena e sull’equilibrio biologico.

@ManzinMauro

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