Il percorso di Passeggio Sant’Andrea a Trieste: da strada militare a giardino della città
Dal Settecento a oggi, l’evoluzione del viale alberato dove i triestini amano ritrovarsi per una camminata o un caffè
«Dopo i primi appuntamenti, abbandonarono Sant’Andrea ch’era troppo frequentato e per qualche tempo preferirono la strada d’Opicina». Italo Svevo, in Senilità (1898), descrisse così la popolarità del Passeggio di Sant’Andrea: uno dei punti panoramici, nel centro cittadino, maggiormente amati.
Il Passeggio serpeggia da via Giulio Cesare a via delle Fiamme Gialle: la doppia natura di viale alberato in alto e percorso stradale in basso si snoda in una curva che si prolunga fino ad abbracciare la piscina Bruno Bianchi e l’imbocco della sopraelevata. Barriera di alberi e siepi tra il Porto nuovo di Trieste e l’area residenziale, ma nel contempo verdeggiante meta di pause per i colletti bianchi dell’Allianz e Fincantieri, il Passeggio in realtà precede porto, industria e assicurazioni.
L’origine del viale risale infatti al 1737, quando venne menzionato come strada di collegamento nata per esigenze militari tra il Forte Sanza, Marina di Sant’Andrea e il Lazzaretto. Il nome derivava dalla presenza, in zona, della chiesa di Sant’Andrea.
L’esigenza di avere un collegamento stradale efficiente comportò, nel 1781, i primi lavori per «cominciare li viali» grazie a un finanziamento di 200 fiorini deciso dal governatore conte de Zinzendorf. I lavori procedettero a rilento, ma ciò nondimeno già l’anno seguente si stabiliva che gli alberi per il Passeggio «fatti fossero ò di Lippe (tigli), o di castagneri selvatici»; venivano inoltre allocati altri 200 fiorini per «spianare la strada».
Quest’inizio promettente, volto in particolare a collegare la città con Servola, non ebbe però prosecuzione; nel 1786, il giornale L’Osservatore triestino tornava a chiedere che si provvedesse «all’apertura d’una strada da passeggio la più bella, la più deliziosa, la più comoda a confronto delle più frequentate nelle principali metropoli marittime».
Un importante passo in avanti fu compiuto nel 1810 quando, come scrisse Marco Bevilacqua, nell’opera Descrizione della fedelissima imperiale regia Città e Portofranco di Trieste (1820), «fu rinnovata la strada, e fatta larghissima, capace di passarvi quattro carrozze in fila senza punto toccarsi una coll’altra; a parte poi d’un lungo e ben largo viale circondato di pini, e acacie, acciò la gente a piedi non sia dalle carrozze molestata».
Il Passeggio iniziava ad assumere quella conformazione a noi familiare, specie per la cornice alberata e la vista all’epoca sul mare sottostante: l’ingegnere Pietro Nobile sovrintendette alla progettazione, giungendo sino alla rotonda nel 1812. Il Passeggio fu poi esteso nel 1818 con un secondo tratto e infine completato con un ultimo segmento verso Servola nel 1824.
Oggigiorno, dell’originario Passeggio, conserviamo le forme tardo ottocentesche: in particolare l’ampio piazzale con la balconata in pietra. Sono invece scomparsi i fanali a gas decorati che sormontavano la ringhiera e una grande gloriette di ferro battuto utilizzata per le feste e i concerti, posizionata dove oggigiorno c’è l’area giochi. La studiosa Margherita Tauceri osservava come la gloriette, donata dalla signora Angelina de Reinelt, fosse stata spostata nel Novecento nella riviera di Barcola.
La zona del Passeggio fu inoltre trasformata nel 1882 quando, nello spiazzo a ridosso del mare e nell’intersezione tra la rotonda e oggigiorno la piscina Bianchi, venne realizzata per alcuni mesi una cittadella composta di pagode e cottage, di padiglioni neoclassici e liberty. Era l’Esposizione agricola-industriale austro-ungarica volta a ricordare il quinto centenario della Dedizione di Trieste: oggigiorno ne rimangono solo le foto essendo stata pensata, come gli Expo odierni, per essere temporanea.
Attualmente sono parimenti scomparse le grandi ville che, nell’Ottocento, incorniciavano il Passeggio: Villa Murat, residenza delle sorelle di Napoleone, fu demolita nel 1899 e Villa Haggiconsta è ormai coperta dalla crescita ur
Attualmente sono parimenti scomparse le grandi ville che, nell’Ottocento, incorniciavano il Passeggio: Villa Murat, residenza delle sorelle di Napoleone, fu demolita nel 1899 e Villa Haggiconsta è ormai coperta dalla crescita urbana del dopoguerra. —
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