Il Pdl taglia i costi, gazebo a spese dei candidati
Tononi: “Affittati da Roma per tutti, ma li usano sempre e solo gli stessi”. Camber: “Pagherò 500 euro”
TRIESTE. Se lo vuoi, da oggi te lo paghi. Candidati Pdl colpiti nella borsa, in piena corsa. Il bel gazebo-casetta in centro città dove incontrare cittadini, distribuire propaganda, organizzare incontri e comizi, e magari accattivanti spuntini, e dove soprattutto farsi assiduamente vedere, in carne e ossa o in megafoto, è diventato da ieri un investimento privato del singolo. L'avessero mai immaginato... Il coordinamento provinciale pidiellino ha messo i suoi candidati di fronte al fatto: poiché molte «installazioni» in pieno centro città, messe teoricamente a disposizione di tutti (e pagate dalla sede romana) sono state di fatto «occupate» da candidati ben precisi e solo da quelli, il partito ha deciso di non pagare più il lusso di pochi, e di redistribuire quella quota di budget su altre iniziative pubblicitarie.
«Pagato dal Pdl rimane solo il grande gazebo comune di piazza della Borsa - spiega Piero Tononi, non candidato ma coordinatore della truppa -, dal partito erano stati messi a disposizione i soldi per installazioni a disposizione di chiunque volesse utilizzarle, ma poi c'erano dentro sempre gli stessi. E allora se li pagano». «Sto facendo proprio ora i conti del contratto da firmare con l'azienda fornitrice - afferma Piero Camber, che ha il suo posto fisso all'apice centralissima di via San Nicolò -, credo che fino al 13 maggio mi costerà 500 euro, e per fortuna non sono compresi i soldi per montaggio e smontaggio, forse la quota maggiore, che resta a carico del partito: se così non fosse stato, non credo che avremmo affittato dei gazebo. Tutti ora stanno trattando con la ditta».
In città ne sono stati montati ben 27. Almeno altri tre oltre a quello di via San Nicolò il Pdl li mette adesso in conto al singolo candidato. Dovranno pagarseli, oltre a Camber, altri due consiglieri comunali, Raffaella Del Punta sul lato verso corso Italia di piazza della Borsa, Everest Bertoli in largo Bonifacio (inizio di viale XX Settembre), e il presidente uscente di circoscrizione Alberto Polacco in via delle Torri. Posti di lusso, ad altissimo indice di passaggio.
«Roma paga tutto - aggiunge Tononi -, anche le inserzioni, le fatture non le vediamo neanche, noi non abbiamo personalità giuridica per fare contratti o possedere partita Iva. Ma abbiamo ritenuto di tagliare i costi per dirottare il budget piuttosto su altre e aggiuntive forme di pubblicità». «Io me n'ero voluto andar via da quel bazar pieno di confusione che è diventato il gazebo di piazza Borsa - riferisce Everest Bertoli -, mi serve un posto dove stare anche con 14 ragazzi delle circoscrizioni. Sì, adesso devo parlare con la ditta, ma per ora non ci voglio pensare, voglio passare un weekend senza tormento. Poi non so che cosa faremo: ci autotasseremo, credo». Così il villaggio elettorale acquisisce casette in proprietà. Prima lo erano di fatto, ora anche di fattura.
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