Il Pdl punta su Ravidà candidato sindaco

La soluzione è ancora ferma lì, dentro la tasca della sua giacca. Per estrarla, come l’illusionista che dal cilindro cava fuori il coniglio bianco, Roberto Dipiazza aspetta solo il momento giusto. Ma voci e indizi portano già verso un unico nome, quello di Giovanni Battista Ravidà. Sarebbe proprio l’assessore comunale alle Risorse economiche e finanziarie, infatti, la risposta individuata dal sindaco per risolvere tutti i problemi interni al Pdl, spaccato in due fra le opzioni Roberto Antonione e Piero Camber.

Da assegnare c’è sempre l’investitura a candidato sindaco della coalizione che il Popolo della Libertà guida.

Il sondaggio pidiellino nulla ha risolto, aprendo la caccia al terzo nome e chiarendo ai vertici del partito che la lista Dipiazza e quindi il sindaco uscente potranno risultare determinanti per il successo o la sconfitta. Così il Roberto furioso, sentitosi «umiliato» dal partito dopo la delusione per l’Authority sfumata, è ora pronto a indossare non solo i panni del grande regista dell’operazione. Ma anche dello sceneggiatore, per scrivere in prima persona il gran finale. Il suo apprezzamento per Ravidà è cosa nota. L’ex manager Unicredit gode di ampi consensi nel mondo economico, in politica è trasversalmente apprezzato, non ha tessere di partito anche se la sua area di riferimento è quella del senatore Giulio Camber. Si sussurra però che nel taschino di Dipiazza, in realtà, non vi sia un solo asso da giocare. Accanto a quello di Ravidà, detentore della pole position virtuale, ci sarebbero anche i nomi del consigliere regionale del Pdl Maurizio Bucci (ex componente della giunta Dipiazza), e di altri due assessori in carica: Paolo Rovis, altro uomo dei berluscones, titolare della delega a Sviluppo economico e turismo, e Carlo Grilli, che guida l’assessorato a Promozione e Protezione sociale ed è esponente della lista Dipiazza. Fra questi, solo Bucci era stato inserito nel sondaggio. Nelle ultime 48 era circolata anche un’ulteriore possibilità, con la presidente del Cbm Maria Cristina Pedicchio (area Antonione) data in corsa da alcune indiscrezioni, peraltro non confermate.

L’ipotesi che vi sia una rosa da cui attingere piuttosto che già un nome solo, si sposa con quanto affermato ieri dal sindaco stesso. «La soluzione che proporrò - ha detto Dipiazza - riguarda il metodo, non il nome. Visto il consenso dei cittadini nei miei confronti, ho l’obbligo morale di assumermi la responsabilità di suggerire».

Resta copertissimo, com’è ovvio che sia, Ravidà. Sulla soluzione annunciata dal sindaco, l’assessore glissa così: «Bisogna chiedere a lui...». Se la scelta cadesse ufficialmente sull’“uomo dei numeri”, qualche imbarazzo potrebbero averlo i “nordisti” della Lega, messi d’improvviso davanti a un candidato siciliano (Ravidà è nato a Trapani). «Noi aspettiamo il 15 febbraio per conoscere la scelta del Pdl, altrimenti andremo da soli. Ci auguriamo un nome che metta fine alle baruffe, una proposta concreta e vincente», ha ribadito ieri il segretario provinciale del Carroccio, il deputato Massimiliano Fedriga. Così Piero Tononi, vicecoordinatore provinciale del Pdl: «L’obiettivo è quello di trovare un candidato sindaco con le carte in regola per vincere».

Rimane sempre alla finestra Roberto Antonione. Gradito al premier Berlusconi, al ministro Frattini, al governatore Renzo Tondo e pure alla Lega Nord. Consensi insufficienti, evidentemente, se a Trieste si fanno i conti con il “niet” dei “camberiani”. Fosse per lui, sbandierata da tempo la propria disponibilità, tutto sarebbe già risolto. «Aspetto e mi attengo - ha dichiarato Antonione - a quanto affermato dai coordinatori regionali del partito, Gottardo e Dressi, ovvero che il candidato uscirà dai nomi inseriti nel sondaggio». E il suo grande nemico nel Pdl, Giulio Camber? Irrintracciabile, of course. Per non smentirsi.