Il Pdl diserta in massa l’invito a cena di Tondo
TRIESTE. Indovina chi viene a cena? Nessuno, o quasi. Quella che dove essere una sorta di rimpatriata della vecchia squadra alla fine si è trasformata in un’operazione politica architettata a puntino. Contro Tondo. Un boccone amaro, per l’ex presidente. Che, di buzzo buono, qualche giorno fa aveva deciso di invitare a cena gli ex consiglieri del Pdl della passata legislatura. Appuntamento ieri sera, ore otto, al suo ristorante di Tolmezzo. Il posto a tavola, s’intende, era pronto anche per gli attuali consiglieri. Ma, ricevuto il messaggino, è partito subito il tam tam per disertare la serata.
Da quanto risulta, ieri avrebbero gentilmente declinato in molti: di certo, a quanto si dice, i triestini Bruno Marini, Piero Camber, Maurizio Bucci e pure Sandra Savino (è a Roma). E i friulani Riccardo Riccardi, Massimo Blasoni, Roberto Novelli. E i pordenonesi Franco Dal Mas, Antonio Pedicini. E il goriziano Roberto Marin. Dubbi pure su Paolo Santin. Alessandro Colautti, attuale capogruppo, alle sette di ieri stava appena rientrando dalla Slovenia e non era sicuro di riuscire. Insomma, vuoi l’impegno dell’ultimo momento, l’immancabile seduta in Consiglio comunale, il mal di pancia improvviso , lo yogurth in scadenza…pochi, davvero pochi, hanno preso la via di Tolmezzo: Paride Cargnelutti, Luca Ciriani, Rudy Ziberna, Gaetano Valenti e Daniele Galasso.
Cosa bolle in pentola? In quella di Tondo, da quanto si sa, la voglia di una chiacchierata, un modo come un altro di rivedersi, scambiare quattro considerazioni sui tempi che furono, la sconfitta elettorale e (il piatto forte) intavolare qualche discorso sulla rinascita di Forza Italia. Sta qui il problema. Molti hanno interpretato la cena come una chiamata a raccolta del leader per rilanciarsi come tale. E hanno preferito voltare le spalle per mandare una segnale chiaro. Questo si dice nell’ambiente. «Lui è stato sconfitto, non è può più essere il capo della coalizione e guidarci avanti, c’è bisogno di cambiare, rinnovare il partito e poi ha sempre detto di Berlusconi che è un bollito», dice un anonimo ex. «Non possiamo più riconoscergli il ruolo».
Galasso, presente alla cena, non ha avuto nemmeno un dubbio nell’accettare l’invito: «Siccome abbiamo trascorso insieme momenti di gioia e di sofferenza, penso sia bello trovarsi assieme a fare un ragionamento. Non mi pare sia una cosa sbagliata, anzi». L’ex capogruppo è nella rosa dei nomi per la Commissione Paritetica Stato-Regione. «Solo un’ ipotesi – assicura – mi fa piacere che mi riconoscano un certo ruolo, un compito che mi potrebbe interessare nel caso venisse interpretato come la possibilità di aiutare il Fvg, che si trova in una posizione svantaggiata nei rapporti con Roma. Adesso osservo la politica a distanza, ogni tanto faccio qualche immersione in apnea...» (g.s.)
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