Il Pd: va applicato il modello della Camera

Ipotesi sanzioni se non si vota il 30% delle leggi
Altro che registro. Le presenze in aula vanno accertate seriamente. Come accade alla Camera e in Veneto. Dopo le polemiche sugli assenteisti in Consiglio, il Pd ripesca la proposta di cui fu paladino Cristiano Degano e chiede ufficialmente a Edoard Ballaman: «Usiamo il sistema di Montecitorio, che richiede la partecipazione di ogni parlamentare ad almeno il 30% delle votazioni di giornata pena la trattenuta dell’indennità di presenza».


L’ex capogruppo della Margherita, raccolte le firme dei consiglieri della maggioranza tranne il capogruppo dei Cittadini Bruno Malattia, scrisse una prima volta nel novembre 2005 all’allora presidente Alessandro Tesini invitandolo appunto a estendere al Consiglio regionale il metodo della Camera, e una seconda volta nell’aprile 2007 reiterando la richiesta. Perché non si fece? «Chiesi le firme dell’opposizione senza ottenerle – ricostruisce Degano –: Fi non ne volle sapere e scaricò il problema sulla maggioranza. Al contrario, come puntualmente confermato da quanto accaduto in settimana, la questione riguarda tutti, essendo legata alla correttezza, alla trasparenza, all’etica».


Come procedere al controllo? «Con un semplice software, già individuato allora». Il Pd è intenzionato a ripartire da lì. Gianfranco Moretton, il capogruppo, dice che sì, il sistema di verifica della Camera «può essere trasportato anche in Friuli Venezia Giulia». Il consigliere Sergio Lupieri va oltre: «Si potrebbe portare la soglia dal 30 al 50% delle votazioni». E si rivolge al presidente Ballaman: «Ha l’autorità e gli strumenti per contrastare le assenze da lui denunciate. Il presidente conosce pure bene il metodo adottato in Veneto dove i consiglieri regionali sono soggetti ad un triplice controllo: registro delle presenze, badge personale antipianisti, presenza alle votazioni. Proponga dunque una modifica del regolamento che consenta di migliorare i lavori dell’assemblea».


Daniele Galasso apre alla proposta: «Si può fare». Ma aggiunge: «Sarebbe comunque ininfluente rispetto alle situazioni in cui non si deve votare. E’ difficile tenere in aula i consiglieri quando non ci sono situazioni rilevanti. La polemica di questi giorni è una tempesta in un bicchiere d’acqua». Che ne pensa Ballaman? «Quella del Pd può essere una soluzione, ma non l’unica. Io penserei per esempio a far perdere l’intera giornata a chi risulta assente al momento della richiesta di numero legale: le sanzioni arrivano quando si bloccano i lavori». Il presidente del Consiglio è convinto che i paletti posti in questi giorni e la sua strigliata «siano stati già molto utili». Ma se riaccade? Ci sarà «un giro di vite» e potrebbero pure arrivare «strumenti coercitivi». D’ora in avanti, intanto, assicura Ballaman, i lavori «verranno aperti all’orario prescritto».


E gli assenteisti che firmano il registro e se la filano? «Da quanto ne so sono assenze momentanee di consiglieri che rimangono nel palazzo. Anche se a me dà noia che durante i lavori d'aula si facciano anche altre cose».

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