Il Pd regionale diviso sulla Serracchiani

Acceso dibattito interno dopo l'intervista al capogruppo. Travanut: "È compito del segretario intervenire"
Debora Serracchiani
Debora Serracchiani
TRIESTE
«Il segretario non si può limitare alla fotografia. Deve intervenire su un partito che lui stesso considera non unito». Mauro Travanut è il più esplicito in un Pd regionale che vive le ripercussioni nazionali delle tentazioni centriste e vede confermata la spaccatura tra Debora Serracchiani e Gianfranco Moretton. C'è chi, come Travanut, invita il segretario ad agire e chi, Roberto Cosolini e Sergio Lupieri, preferisce l'auspicio che le polemiche «finiscano con l'estate».


A cercare di calmare le acque dopo il duro attacco di Moretton nell'intervista al Piccolo di domenica scorsa è la stessa Serracchiani.


Il suo è un appello. «È possibile che tra pochi mesi si vada a elezioni politiche anticipate, nel 2011 ci aspettano amministrative importanti e difficili - rileva l'europarlamentare del Pd -. Chiedo a tutto il partito, a cominciare dai dirigenti, di impiegare le migliori energie per vincere la sfida con il centrodestra. Chi ha un'esperienza politica più lunga della mia sa quanto conti presentarsi al voto uniti, solidi e orgogliosi».


Ma l'affermazione della Serracchiani, l'altro giorno in un dibattito a Osoppo, di un Pd «non unito» in regione fa discutere. «Resto sorpreso dalla constatazione del segretario - osserva Travanut -: se davvero c'è divisione, un segretario ha il dovere e i mezzi per intervenire. Moretton? Faceva parte della maggioranza che ha prevalso, stava insomma con la Serracchiani. Se quella parte non secondaria si trova ora spiazzata, è ancora compito della segreteria trovare le condizioni per far uscire il partito da questa triste condizione di frattura».


Pure Moretton si concentra sulle affermazioni di Osoppo: «Constato che la stessa Serracchiani riconosce la spaccatura del partito regionale».


A Trieste si usano toni più morbidi. «Preferirei un partito - dice il segretario provinciale Roberto Cosolini - che discutesse con calore e passione al suo interno ma che esternamente fosse capace di mostrarsi sufficientemente unito e coeso, specie in una fase in cui la Regione viene governata da quella che i detentori di interesse giudicano la peggior giunta della storia Fvg». E Sergio Lupieri invita «a recuperare unità, principi e valori che sono stati alla base della nascita del Pd. Moretton? Esprime una posizione politica nazionale».


Più in generale Lupieri chiede al Pd «di trovare la responsabilità di presentare al Paese i suoi punti programmatici che non possono prescindere dal comune sentire dei cittadini. Al primo punto bisogna pretendere una nuova legge elettorale che ridia ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento, con un ritorno al proporzionale con soglia di sbarramento al 5% per impedire la proliferazione dei partitini, e con il superamento del premio di maggioranza che oggi consentirebbe a chi vince con il 31% di tentare di governare con il 51%. E ci vuole poi una riforma istituzionale che dimezzi il numero dei parlamentari, che elimini le due Camere legislative, dando questa funzione alla Camera dei deputati e al Senato compiti rivolti ai rapporti federali». 

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