Il Pd in campo non governa Forza Italia vince ai rigori

Divertente torneo a scopo benefico tra schieramenti politici, raccolti mille euro contro la Sla. I democrat, con Russo “falso nueve”, soccombe con Fi e con la Lega
La Foto di gruppo delle squadre al Ferrini (Lasorte)
La Foto di gruppo delle squadre al Ferrini (Lasorte)

Una sfida nella sfida. Quella più goliardica che ha messo di fronte i politici locali di Lega Nord, Forza Italia e Partito Democratico, che si sono affrontati in un inedito triangolare di calcio. E poi la sfida decisamente più nobile: vale a dire lo scopo benefico dell'iniziativa, i cui fondi (quasi un migliaio di euro raccolti) sono stati devoluti all'Aisla, l'associazione che promuove la ricerca per combattere la terribile malattia della Sla. Questo il significato della prima edizione del trofeo “Trieste Football Challenge”, che si è disputato sul sintetico di Ponziana.

Che la gara si sia svolta nel segno dell'amicizia lo si nota già dal colore delle maglie: il verde tipico della Lega passa al Pd, mentre il Carroccio si presenta in tenuta blu scuro. Nera infine la casacca di Forza Italia. Così tanto per confondere le idee. Ma che si faccia sul serio lo si capisce dal fatto che prima delle partite viene irradiata la musichetta della Champions League. E poi dal peso del direttore di gara: l'ex arbitro internazionale Fabio Baldas, coadiuvato dagli assistenti Lodolo e Conzutti.

Prima sfida: Forza Italia–Pd 5-0. Il risultato non tragga in inganno. Almeno nel primo tempo la gara è stata equilibrata. Poi la condizione fisica ha fatto la differenza. Forza Italia si affida alla regia di Everest Bertoli, numero 10 sulle spalle, che si ispira dichiaratamente (almeno nelle intenzioni) al grande Roby Baggio. Più che un regista, un “motivatore”, come lui stesso si definisce, pronto ad incitare i compagni da bordo campo, quando arriva il momento di tirare il fiato. In campo pochi minuti, ma di qualità, con colpi di tacco incorporati.

Calcio e politica: triangolare tra Pd, Fi e Lega a Trieste

Dall'altra parte il Pd risponde con il roccioso difensore e capitano Foti e con il senatore Francesco Russo. Numero 9 sulla casacca, ma un po' come accadeva per Spagna e Brasile, una sorta di “falso nueve”, nel senso che gioca in mezzo alla difesa per poi sganciarsi improvvisamente in avanti. La sorpresa è il figlio d'arte Tommaso Russo: fisico agile e asciutto. Si gioca in famiglia insomma, ma non basta. Nella ripresa Forza Italia dilaga: alla fine doppiette per Ferro e Iannello e sigillo conclusivo di Reglia. Bertoli provoca: «Dopo questa sconfitta eclatante, al Pd serviranno le primarie per analizzare le cause della débacle». Risponde Russo: «Abbiamo pagato la mancanza di cambi di qualità. Una sconfitta che accettiamo nel nome del Patto del Nazareno». L’ironia per fortuna non manca.

Seconda sfida: Lega Nord–Pd 2-0. La Lega Nord si presenta ovviamente più fresca del Pd a questa seconda sfida. In avanti c'è il centravanti di sfondamento Pierpaolo Roberti, segretario provinciale del partito, che pur senza strafare riesce comunque a tenere impegnata la difesa avversaria. A dettare i tempi in mezzo al campo ci pensa il consigliere provinciale Paolo Polidori.

Nella formazione del Carroccio si intravedono facce che in passato hanno dato del tu al pallone sui campi di calcio nostrani. Il risultato sembra scontato, ma in realtà la partita è più equilibrata di quello che si poteva pensare, complice la stanchezza che inizia a serpeggiare. Alla fine sarà 2-0 per la Lega, con le reti messe a segno da Alan Barduzzi e Demetrio Damiani. Ad evitare un passivo più robusto per i democratici ci pensa il portiere Matteo Pecorella, protagonista anche nel primo incontro.

Terza sfida: Forza Italia – Lega Nord 2-2. La sfida decisiva per il trofeo è quasi un derby. Ma in campo sinergie ed alleanze non esistono. Gara tirata ed emozionante. Forza Italia avanti con doppietta del solito Reglia. Risponde la Lega con un'altra doppietta, targata Marchesi. Per assegnare il trofeo servono dunque i rigori. Alla “roulette” si impongono i forzisti per 5 a 4, grazie al penalty decisivo siglato da Codarin, ma pesa l'imprecisione dal dischetto del Carroccio.

Per Roberti della Lega Nord, ideatore dell'evento: «Una iniziativa importante e nata per caso, che intendiamo ripetere ed ampliare in futuro». Secondo Russo del Pd: «L'esempio di una politica giovane e vicina alla gente che ha cambiato nomi e mentalità». Infine per Everest Bertoli di Fi: «Ci sono dei momenti in cui la politica deve fermarsi e abbandonare chiacchiere e litigi per concentrarsi su iniziative lodevoli come in questo caso».

Pierpaolo Pitich

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