Il Pd deferisce otto “ribelli” ai probiviri

Partito nel caos da Grado al Monfalconese. La difesa di Gherghetta. Nella lista nera anche il capogruppo ronchese Pisapia
Di Antonio Boemo

Il Partito democratico batte un colpo. Davanti ai casi di Grado e San Pier, dove alcuni iscritti al partito “corrono” contro il candidato sindaco dem ufficiale, l’assemblea provinciale ha deciso di rinviare i nomi dei “ribelli” davanti ai probiviri.

È dunque arrivato il momento della verità, almeno il primo passo, per i sei candidati alla carica di consigliere comunale di Grado e uno di San Pier d’Isonzo che in occasione del rinnovo dei rispettivi municipi si sono schierati (uno in realtà non è in lista) con le “civiche” che appoggiano altri aspiranti sindaco e lottano contro gli stessi “colleghi” di partito. Ma non solo, perché nella “lista nera” è finito anche il capogruppo dem ronchese Francesco Pisapia reo di aver portato il suo sostegno al candidato di San Pier d’Isonzo “sbagliato”.

L’assemblea provinciale del Pd, presieduta da Marco Rossi, ha deciso di procedere. Espulsione? Sospensione? In realtà nulla di tutto questo. La “patata bollente” è stata girata ai probiviri regionali del Pd che, come prevedono le regole interne, dovranno prendere una decisione. Sarà questo organismo a decidere quella che appare essere, in base al regolamento, la futura punizione ovvero l’espulsione del partito. Il riferimento riguarda, come detto, gli iscritti inseriti in liste che gareggiano contro il Pd. A Grado si tratta di iscritti al Pd che hanno deciso di sostenere un candidato sindaco diverso da quello ufficiale del Pd che è Luciano Cicogna. Hanno deciso, sostenuti peraltro anche dal presidente della Provincia Enrico Gherghetta, di far parte della coalizione a favore dell’ex commissario Claudio Kovatsch candidatosi a sindaco. Kovatsch è sostenuto dalla lista Grassie Gravo che fa riferimento alla prima “attrice”, Elisabetta Medeot, consigliere del Pd ancora in carica alla Provincia di Gorizia e dall’altra lista Nuovo Inizio. Assieme a lei ci sono il consigliere comunale uscente del Pd, Giorgio Marin e Loris Sodomaco che sono candidati nella medesima lista Grassie Gravo. L’altro “supporter” di questo gruppo è Emanuele Oriti, ma non è in lista. Potrebbe quindi darsi che a suo carico non venga preso alcun provvedimento, come non dovrebbe essere preso per Gherghetta. Ma quest’ultimo ieri sera ha apertamente dichiarato il suo sostegno a Kovatsch e presentato una relazione sottolineando quelli che definisce «gli errori commessi dalla segreteria del partito». Quasi una difesa d’ufficio dei “ribelli”, mandati avanti, ma allo stesso tempo una sconfessione del Pd di cui fa parte edè stato anche segretario provinciale...

Se fra i ribelli gradesi ci sono anhe altri due iscritti del Pd: Ilaria Celledoni e Antonio Orlandini, schierati nella lista Nuovo Inizio che sostiene sempre Kovatsch come candidato sindaco; diversa appare la situazione a San Pier d’Isonzo dove il candidato sindaco Franco Cristin, appoggiato dal Pd e dalla sinistra, si ritrova contro Riccardo Zandomeni. Nulla di strano, Zandomeni non è un dem. Ma nella lista San Pier-Futura democratica il capolista è Pier Ugo Candido che, a detta del partito, è un iscritto. Non a detta del diretto interessato, però, che dopo aver “preso” la tessera nel 2015 (dove compaiono anche gli anni 2016 e 2017) non ha più pagato la quota e quindi rinnovato. Altra grana il supporto del Pd di Ronchi, a Zandomeni di Pisapia. È caos Pd da Grado al Mandamento.

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