Il patto della tartara battezza l’alleanza tra Dipiazza e Saro
TRIESTE. Si stimano da anni e si annusano da mesi, ma da ora in poi Roberto Dipiazza e Ferruccio Saro si muoveranno come alleati. Un’unione all’insegna del civismo di centrodestra e della collaborazione tra Venezia Giulia e Friuli, che il sindaco di Trieste e il coordinatore di Progetto Fvg hanno sancito in un pranzo organizzato ieri in un ristorante triestino del centro. Cinque commensali e per tutti la stessa ordinazione, tanto che fra i pochi a conoscenza dell’incontro già si parla del patto della tartara. Al tavolo i comandanti e i rispettivi luogotenenti – il capo di gabinetto Vittorio Sgueglia della Marra e l’ex consigliere regionale Alessandro Colautti – oltre a un imprenditore.
Il rapporto fra primo cittadino ed ex parlamentare di Forza Italia ha cominciato a consolidarsi alla fine dell’anno scorso, quando Progetto Fvg ha organizzato la sua presentazione in città. Fra Saro e Sergio Bini era seduto Dipiazza, venuto a fare gli onori di casa come ad ogni evento di partiti del centrodestra, Forza Nuova inclusa. Ma in quell’occasione c’era qualcosa di più anche se un battutista come il sindaco si fece trovare pronto alla domanda dei giornalisti: «Siamo molto corteggiati, non solo da Progetto Fvg, perché abbiamo numeri importanti». Lusinghe reciproche, con i consiglieri comunali della Lista Dipiazza in prima fila ad ascoltare.
Due mesi dopo, il confronto è arrivato al giusto punto di cottura. Dipiazza e Saro hanno così fissato l’obiettivo di un graduale incontro politico tra le due civiche. Progetto Fvg farà la sua comparsa in Consiglio comunale con il cambio di casacca del socialista Roberto De Gioia. «Coi tempi e modi giusti», dice uno dei commensali, si arriverà poi al gruppo unitario. Accordo fatto, tanto che Dipiazza e Saro si sono dati pure il cinque a un certo punto del pasto, avvenuto in un clima di cordialità, fra ricordi di vecchi episodi della vita politica e proiezione verso il futuro.
Saro ha rammentato i mitici scontri centro-periferia che lo videro impegnato con Roberto Antonione ed Ettore Romoli, ma la conversazione ha toccato soprattutto le questioni dell’oggi. Piatto forte è stata la riforma degli enti locali, con Dipiazza a rilanciare sul tema di Trieste città metropolitana, incassando la disponibilità di Saro a ragionare su un allargamento dell’area vasta all’ex provincia di Gorizia. Non è poi mancato il ragionamento sulla regionalizzazione di Esof 2020, con Trieste capitale europea della scienza messa a disposizione dal sindaco per fare sponda con il progetto di digitalizzazione delle pmi friulane, denominato Advanced manufactory valley. La ciliegina sulla torta dell’asse friul-giuliano è stato l’invito a Dipiazza a una partita dell’Udinese.
Poi il ragionamento ha virato sul futuro politico del civismo di centrodestra. Saro ha sempre più radicamento oltre l’Isonzo ma ha bisogno come il pane di un esponente di peso che dia copertura allo sbarco a Trieste. Dipiazza è l’uomo giusto e ha a sua volta necessità di trovare una casa dopo l’uscita di Forza Italia. Il patto conviene a tutti. L’operazione si inserisce inoltre nei mari agitati della compagine comunale del centrodestra. Il caso Polidori pressa i moderati della coalizione a organizzarsi per arginare l’avanzata della Lega e non è un caso che siano stati esponenti di Forza Italia, Lista Dipiazza e Progetto Fvg a organizzare un momento di protesta contro il gesto del vicesindaco. I civici sanno inoltre che Forza Italia è scossa dalla condanna di Piero Camber e Maurizio Bucci nel processo “spese pazze”, con successiva nomina di Francesca De Santis ad assessore al Turismo. Scelta presa all’insaputa del gruppo consiliare e da cui Bruno Marini si è dissociato, attaccando duramente le scelte di Giulio Camber e Sandra Savino. Scosse che si aggiungono al più generale momento di difficoltà del partito berlusconiano.
Marini si era dato tempo fino all’Epifania per valutare l’uscita dal gruppo forzista, ma la decisione finale è di rimanere all’interno, almeno per il momento. Vuoi per aver appena tesserato cento iscritti per conto di Fi, vuoi per la volontà di aspettare l’eventuale convocazione primaverile dei congressi provinciali, vuoi infine (e forse soprattutto) per la difficoltà di convincere altri consiglieri alla scissione. Marini resta però interlocutore interessato di Progetto Fvg, tanto da aver partecipato prima del pranzo a una riunione con Saro.
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