Il “pasticciaccio” dei film Ora spuntano soldi in più

Il Pdl annuncia che “Un caso di coscienza 5” riceverà 135mila euro anziché 110 Nel marasma seguito al taglio Tondo aveva pensato di esautorare la Seganti
Di Gianpaolo Sarti
BRUNI TRIESTE 13 03 07 SEBASTIANO SOMMA DURANTE LE RIPRESE "UN CASO DI COSCIENZA 3"
BRUNI TRIESTE 13 03 07 SEBASTIANO SOMMA DURANTE LE RIPRESE "UN CASO DI COSCIENZA 3"

TRIESTE. Il pasticciaccio su Film Commission avrebbe potuto avere contraccolpi molto seri in giunta. Il presidente Renzo Tondo pensava di rimuovere l’assessore alle Attività Produttive Federica Seganti, secondo quanto trapela da fonti molto vicine al governatore. La vicenda ha provocato grane di non poco conto alla maggioranza, di cui Tondo avrebbe fatto volentieri a meno. Per non concedere i 150 mila euro previsti per “Bella addormentata”, la pellicola di Bellocchio ispirata al caso Eluana, l’assessore ha ritirato dalla legge di assestamento di bilancio un intero capitolo di 330 mila euro per le pellicole che Film Commission aveva ammesso a contributo.

Seganti ribadisce di non aver fatto altro che applicare l’ordine del giorno del Consiglio, votato a dicembre. Ma gli ordini del giorno, come ha evidenziato nei giorni scorsi il gruppo dei Cittadini, restano perlopiù sulla carta: solo il 13%, dal 2008 al 2010, ha avuto un risvolto concreto. «Quelli che riguardano il mio assessorato li ho sempre concretizzati – ha affermato l’assessore – e così ho fatto anche questa volta». Oltre al film di Bellocchio, prodotto anche in Friuli, nel capitolo di Film Commission figuravano pure “The best offer” (70 mila euro) che Giuseppe Tornatore sta girando in queste settimane a Trieste, e i 110 mila euro per “Un caso di coscienza 5”. Via tutto.

Il momento politico estremamente delicato, i non facili equilibri con la Lega, la campagna elettorale in vista, avrebbero frenato Tondo. In altre circostanze, si sussurra nei piani alti del Consiglio, il presidente avrebbe preso altre decisioni. La somma tolta a Film Commission, che ora il presidente vuole ripristinare, almeno in parte, è stata infilata da Seganti in un altro capitolo delle Attività produttive: il 7620, “risorse a favore di enti locali e consorzi per lo sviluppo industriale dei territori montani”, a finanziamento della legge n° 50 del ’93. Dalla cinematografia i soldi passavano dunque alla montagna friulana, per siti e capannoni industriali. Mentre si fa largo la quasi certezza che i fondi saranno reintegrati nella manovra di assestamento, così come confermato da Tondo, spunta l’ipotesi di un’aggiunta di contributi per “Un caso di coscienza”. La serie avrebbe dovuto aggiudicarsi 135 mila euro ma, vista l’esiguità delle risorse, si è dovuta accontentare di 25 mila euro in meno. Che saranno reintegrati, rende noto Piero Camber (Pdl). Era quanto si auspicava il collega di partito Bruno Marini, convinto che «Sebastiano Somma porta molta notorietà alla città e aiuta il turismo, quindi si devono incrementare i contributi». Sulla vicenda di questi giorni torna a farsi sentire il Pd. «Quando la politica è solo partitica e si mescola all’ideologia entrando nel merito di un percorso amministrativo, i danni che ne derivano sono palesi – osserva Franco Brussa – perché viene meno il senso del respiro istituzionale. È poi del tutto ridicolo – sostiene il consigliere – giustificare come ha fatto l’assessore Seganti che l’azione posta in essere dalla giunta è conseguente a un ordine del giorno. Nnessun ordine del giorno può interrompere o modificare un percorso legislativo e regolamentare».

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