Il partito dei “pirati” vince in Austria la sua prima battaglia
UDINE. I “pirati” hanno messo piede in Austria. Il nuovo movimento politico che si sta diffondendo a livello europeo e che è presente anche in Italia, è riuscito per la prima volta a far entrare un proprio rappresentante nel consiglio comunale di Innsbruck. Alle elezioni nel capoluogo tirolese il Piraten Partei Tirol ha ottenuto il 3,9% dei voti e un seggio. Un consigliere su 40 non è molto, ma costituisce comunque un segnale importante in un momento in cui i partiti tradizionali - anche in Austria, non solo in Italia - non godono di molta credibilità. L’esordio del Piraten Partei è avvenuto in una consultazione che aveva visto recarsi alle urne meno della metà degli aventi diritto al voto. Ma non va classificato nel campo dell’antipolitica. Siamo in presenza di un fenomeno del tutto nuovo dopo la fine delle ideologie. Un fenomeno difficile da inquadrare secondo i criteri abituali di destra o sinistra. Il movimento, così come si è manifestato a livello europeo (all’assemblea di Bruxelles di due anni fa hanno partecipato delegati di 22 Paesi), punta al rafforzamento dei diritti civili, in particolare i diritti individuali di libertà, di movimento, di tutela della privacy personale, di espressione, di istruzione, di accesso senza limiti ai nuovi strumenti di comunicazione come internet. Nato in Svezia come partito politico alla vigilia delle elezioni del 2006, il movimento si è rapidamente diffuso in tutta Europa, ottenendo clamorosi successi soprattutto in Germania ((8,9% e 15 consiglieri alle elezioni comunali di Berlino, 7,4% e 4 consiglieri alle elezioni del Land della Saar). Anche in Italia il Partito pirata ha 6 anni e ha candidato il proprio segretario Alessandro Bottoni alle elezioni europee del 2009 come indipendente nella lista Sinistra e libertà. L’elezione di un “pirata” a Innsbruck costituisce dunque una novità importante, a cui tutti i partiti tradizionali dovranno prestare attenzione, compresi i Verdi, che ormai sono considerati parte dell’establishment politico tradizionale. Che l’esordio “piratesco” sia avvenuto proprio a Innsbruck e non altrove non è un caso. È qui, infatti, che il disagio nel sistema politico si è avvertito da più tempo, con la spaccatura nell’Övp, il partito popolare che fino a qualche anno fa godeva della maggioranza assoluta e la nascita di liste concorrenti nell’ambito dello stesso “lager” politico. Vanno letti in questo senso anche i risultati del voto di domenica. La lista della sindaca uscente “Für Innsbruck”, nata dalle lotte intestine nell’Övp, ha perso oltre il 6%. Tutti voti guadagnati dall’Övp, che a tre settimane dal voto aveva avuto il coraggio di sostituire il candidato sindaco, sostituendo con un nome nuovo il precedente, compromesso con la giunta uscente, di cui era vicesindaco. Per la prima volta è stata introdotta l’elezione diretta del sindaco, come in Italia. L’uscente Christine Oppitz-Plörer ha ottenuto il 31%, l’avversario dell’Övp, Christoph Platzgummer, il 28%. Non avendo raggiunto nessuno dei due il 50% si andrà al ballottaggio tra due settimane. Nei voti di lista, però, l’Övp (21,7%) ha conquistato il primo posto, scavalcando “Für Innsbruck” (20,8%), terzi i Verdi (18.8%), seguiti da Spö (14,8). Soltanto al sesto posto il partito di estrema destra liberalnazionale (Fpö), che in campagna elettorale aveva fatto parlare di sé con la campagna xenofoba “Heimat Liebe statt Marokkaner-Diebe” (“Amor di patria anziché ladri marocchini), che aveva provocato un incidente diplomatico con il Marocco.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo