Il parroco alla protesta leghista
La Lega Nord protesta contro la trasformazione dell’ex Hardi in “moschea” (in realtà Centro culturale islamico) e incassa il sostegno un parroco, don Gilberto Dudine, guida della vicinissima chiesa di San Nicolò. Lui minimizza, dice di essersi fermato lì per un saluto. Certo, però, non si è intrattenuto coi leghisti per ricordare loro i sentimenti di apertura, accoglienza e integrazione nei confronti delle migliaia di musulmani che vivono a Monfalcone espressi a più riprese dall’arcivescovo De Antoni e dai parroci cittadini, tanto per non salire più in alto. «Buon lavoro, auguri», così si è congedato il sacerdote ieri dagli esponenti leghisti radunati in via Primo Maggio. Ma avrebbe aggiunto anche un «tenete duro!», come giura il consigliere regionale Razzini. Che don Gilberto sia un sacerdote a suo modo conservatore è risaputo: è stato lui a reintrodurre in città la messa in latino e non manca mai alla fiaccolata in memoria degli infoibati organizzata dalla Lega Nazionale. Ma è così intransigente anche contro la moschea? Don Gilberto tenta di spiegarsi: «È una questione di rispetto delle libertà reciproche e delle regole. Da una parte c’è la libertà della comunità musulmana di creare un proprio luogo di culto - ha chiarito ieri -, dall’altra quella dei cittadini di manifestare contro questa presenza. Anche gli abitanti delle case vicine all’ex magazzino hanno avuto qualcosa da ridire, non per un discorso razziale, ma per com’era ridotto il piazzale dopo la conclusione del Ramadan». Senza contare l’uso del megafono da parte della comunità musulmana dalle 7 alle 9 del 19 agosto, una domenica, «tanto da coprire - aggiunge - il suono delle nostre campane. L’impatto sociale nel rione non è indifferente. Noi aiutiamo tutti, indistintamente: ci sono donne col velo che vengono a ritirare gli aiuti alimentari. E non dico che i musulmani non devono dotarsi di un luogo di culto. Se poi la comunità ha i soldi, non possiamo certo impedire una compravendita tra privati. Si deve però stare alle regole del Paese in cui si arriva».
Don Gilberto insomma sposa in parte la linea della Lega che ha messo in piedi la protesta. «Innanzitutto quelle urbanistiche e di sicurezza», ha sostenuto Federico Razzini, che intende portare la questione nella prima seduta utile del Consiglio comunale. «Vogliamo sapere se la manifestazione di fine Ramadan ha avuto luogo a fronte di tutti i permessi di sicurezza e igiene - ha detto Razzini - e come mai non c’era un servizio di controllo del traffico. Quest’area inoltre è commerciale e se sarà utilizzata per scopi diversi sporgeremo denuncia». Ma se Razzini è soddisfatto, non lo è affatto don Fulvio Ostroman, parroco decano di Sant’Ambrogio: «Penso sia cosa saggia - ha commentato ieri sera - che un sacerdote stia lontano da tutto ciò che è manifestazione partitica. La fede non è un’ideologia e in chiesa entrano persone anche con idee diverse. È prudente che un sacerdote sappia accogliere tutti, senza distinzioni. Ciò che conta è il Vangelo che esprime solo amore, accoglienza, giustizia e solidarietà. La libertà è un valore sacro. E le porte di una canonica devono essere sempre aperte a tutti».
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