Il Parco del mare svela i numeri: mutuo trentennale da 30 milioni

Investimento totale di 47,7 milioni per la versione ridotta preferita alla proposta originale di Chermayeff. Nei primi dodici mesi di attività previsti 16 milioni di ricavi tra vendita dei biglietti e merchandising
Foto BRUNI TRieste 20 07 2011 Trieste veduta aerea- la lanterna
Foto BRUNI TRieste 20 07 2011 Trieste veduta aerea- la lanterna

Le vasche per i pesci costan care: il prezzo previsto per i soli interni del Parco del Mare è di circa 19 milioni di euro. È uno dei dati che emergono dalla “radiografia” del progetto contenuta nel piano finanziario realizzato nel 2015 dal Gruppo Acb per conto della Fondazione CRTrieste. Di recente la Camera di commercio ha inoltrato il documento al Comune, finito ora sotto la lente del “Piccolo”: consente di farsi un’idea dettagliata di quali saranno i costi e i potenziali ricavi dell’acquario, oltre al costo complessivo, già noto, di 47,7 milioni di euro.

Trieste, il Parco del mare torna sotto “indagine” in Consiglio comunale
Il rendering del Parco del mare

Lo studio. Come nasce e in cosa consiste il piano? A fine 2014 l’architetto Peter Chermayeff, maestro mondiale degli acquari, propone una prima versione del progetto e un piano finanziario, elaborato da una società specializzata. Il progetto è magnificente, tanto che i committenti chiedono di valutare anche una versione ridotta. Per farlo, nel 2015 la Fondazione si affida al gruppo Abc. Gli esperti della società prendono in analisi i bilanci dei più importanti acquari del globo e, ricorrendo ai ferri del mestiere, calcolano la possibile evoluzione di un acquario a Trieste. Elaborano tre scenari: lo scenario A, basato sulla proposta Chermayeff, lo scenario B, basato sul progetto Chermayeff ma applicandovi i dati dei primi anni dell’acquario di Lisbona, e lo scenario C, ovvero la versione ridotta che alfine ha conquistato la Fondazione. Quello che, almeno in teoria, dovrebbe veder la luce nei prossimi anni alla Lanterna.

Dal flop dell’Expo al miraggio ex Pescheria
Lasorte Trieste 15/07/13 - Salone degli Incanti

Lo scenario. Se il progetto Chermayeff prevede una titanica vasca centrale, per un totale di 9,5 milioni di litri d’acqua, lo scenario C parla di 5,5 milioni di litri d’acqua. Una massa minore ma comunque molto grande, se si considera che la grande vasca di Lisbona ne contiene 3,8 milioni. La superficie lorda per ogni scenario è di circa 11mila metri quadrati: quindi anche con la variante ridotta l’area occupata sarà più o meno la stessa, anche se l’edificio sarà più basso. I tempi di realizzazione sono di circa 4 anni e mezzo. Partendo nel 2015, la struttura doveva esser pronta nel 2020, che lo studio considera come primo anno di attività dell’acquario. Per la Camera di commercio, primo promotore del progetto, la scadenza è ancora valida.

La realizzazione. Per lo scenario C lo studio prevede costi da 47,7 milioni. Ma come dovrebbero essere spesi questi danari? La spesa più onerosa riguarda interni e impiantistica, 19 milioni. Segue la costruzione dell’involucro, 10,7 milioni, e le demolizioni e preparazione del sito, 5,172 milioni. La progettazione e direzione lavori dovrebbe costare 4,363 milioni. Con quali soldi? Lo studio prevede un mutuo trentennale da 30 milioni di euro e un patrimonio di partenza di 20 milioni. Fonti interne ai promotori del progetto assicurano che il capitale iniziale è già superiore (18 milioni vengono già da Fondazione e Cciaa, cui si aggiungono i fondi della Regione, almeno 4 milioni) e che il mutuo da stipulare sarebbe ventennale.

Trieste, il Parco del mare gioca l’ultima carta e divide il Consiglio
Un rendering del futuro parco del mare

Costi e ricavi. Secondo Abc lo scenario C consentirebbe di chiedere un canone di locazione di circa 2,6 milioni. Molto superiore alla cifra prospettata negli altri due scenari. Nel primo anno di attività si prevedono ricavi da quasi 16 milioni di euro e costi per quasi 13 milioni. Le cifre salgono fino a 18 milioni di ricavi e 15 milioni di costi per il 2028. Secondo le proiezioni, inoltre, lo scenario C sarebbe l’unico ad avere un rapporto utile netto/fatturato in linea con i parametri medi degli altri grandi acquari mondiali. Ma da dove vengono i ricavi? Prendiamo il primo anno, il 2020. La parte del leone la farebbero i biglietti: oltre tre milioni e mezzo. Un altro milione e 300mila euro verrebbero dal merchandising, a seguire le altre voci. Come tutti i documenti degli esperti, il piano finanziario va preso così com’è, sarà in caso la realtà a confermarlo o smentirlo. Di certo bisognerà consultarlo a lungo per scoprire se era corretto. Alcune proiezioni arrivano a futuri lontanissimi, come il 2049: infin che'l mar fu sovra noi richiuso.

Riproduzione riservata © Il Piccolo