Il parco del mare si può fare a Portolido

«Il progetto è sostenibile ma solo a costi dimezzati. Abbiamo verificato con Genova»

Col nuovo sentiero Gemina è andata bene. Fatto. Con la promozione dei prodotti locali del Carso, portando i turisti direttamente alle aziende con pullmino dedicato, è andata invece male: «Il pullmino l’abbiamo dato infine alla pallacanestro, i produttori non hanno capito. Sul Carso manca cultura d’impresa e manca anche la “front line” con il commercio». È su luci e ombre che parte il nuovo capitolo che la Fondazione CrTrieste ha deciso di impegnare sul turismo alla voce “sviluppo” di Trieste. Anche se non tutte le ciambelle son riuscite col buco. Discorso “prodotti locali” che però allarma, date queste premesse, in vista dello sbarco di Eataly al Magazzino vini, cui potrebbe venir chiesto di approvigionarsi anche sul territorio. «Ma se ti ordino 100 bottiglie di vino, me le devi produrre, altrimenti... O vendi, o l’acquirente va in cerca di un altro».

Così Massimo Paniccia, presidente da 10 anni e ancora per i prossimi tre, che a parte queste “bacchettate” è invece seriamente impegnato adesso su un’altra partita. Il Parco del mare, l’eterno progetto del presidente camerale Antonio Paoletti. Che l’ultimo aggiornamento del progetto («anzi, è un progetto tutto nuovo») localizza nella zona della lanterna a campo Marzio, al posto del tramontato porticciolo di Portolido, società messa in vendita da Invitalia, che cederebbe la concessione. «Vende un ente pubblico, meglio, più sicuro che aver rapporti con un privato» dice Paniccia, reduce in questi mesi di silenzio sul tema da ragionamenti e colloqui molto concreti, che hanno riportato in pista la Costa Edutainment che gestisce l’Acquario di Genova, «disposta a pagare anche un affitto importante per gestire questo Parco del mare - racconta Paniccia -, però è chiaro che bisogna ragionare coi piedi ben piantati per terra: si ipotizzava un progetto da 60 milioni? Intanto dimezziamo la cifra, altrimenti non se ne parla nemmeno. Poi costruiamo pure qualcosa di utile allo sviluppo della città, ma a patto che non abbia alcuna possibilità di trasformarsi successivamente in un divoratore di risorse. Noi non saremo i sostenitori perenni di una iniziativa. Portolido peraltro è un sito stupendo, la Fondazione può mettersi al servizio di un progetto in cui la città crede... Se è sostenibile, perché no? Eravamo perplessi a Genova quando ci hanno riferito di 1 milione di visitatori. Ma abbiamo visto i registri: la media fra il picco basso di 300 e quello alto di 14 mila visitatori al giorno fa quella cifra, e secondo Costa c’è spazio in Italia per un acquario a Genova, uno a Trieste e uno a Napoli». La storia ricomincia, ma sarà naturalmente lunghissima.

Più veloce, invece, quando e se Trieste città digitale (Tcd) avrà prodotto la famosa piattaforma turistica “Discover Trieste” pagata dal Comune (annunciata per giugno, poi per la Barcolana, e tuttora inesistente) la Fondazione CrTrieste finanzierà il “web marketing” attivato dal portale. (g. z.)

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