Il Parco del mare “rispunta” in Regione Fvg
TRIESTE «Che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa». Non è l’Araba fenice. È il Parco del mare di Trieste. È da oltre 10 anni che si aggira per la città. È il sogno di Antonio Paoletti, presidente della Camera di commercio, in sella appunto da più di un decennio. Il nuovo progetto, legato all’area di Porto Lido (Molo Fratelli Bandiera), è pronto da tempo. Lo firma, come i precedenti (quelli per esempio che, nel 2008, chiamavano in causa le Rive tra Salone degli Incanti, Magazzino Vini e area ex Bianchi) l’architetto statunitense Peter Chermayeff, autore degli interni dell'Acquario di Genova e dei parchi acquatici di Boston, Osaka, Baltimora e Lisbona.
Il Parco del Mare nell’area della Lanterna (Porto Lido) è al vaglio da quattro giorni della Regione Friuli Venezia Giulia, assessorato alle Finanze. «Non mi sto occupando del Parco del Mare - racconta l’assessore Francesco Peroni -. I miei uffici hanno ricevuto su incarico della presidente del materiale proveniente dalla Camera di commercio che è in corso di approfondimento». Il nuovo progetto del Parco del mare? «Sono talmente estraneo al tema che fatico a dire se sia nuovo o vecchio. La presidente mi ha chiesto di sottoporre ai miei uffici della documentazione arrivata da Paoletti. È una cosa comunque di tre giorni fa» spiega Peroni.
L’interessamento arriva direttamente dalla governatrice Debora Serracchiani. Una questione che, in qualche modo, riapre i giochi dopo il no della Regione pronunciato nel giugno 2014 da Sergio Bolzonello, vice di Serracchiani («Neppure un euro. Progetto inattuabile»). A fare pressione sulla Regione ci sarebbe ora il deputato triestino Ettore Rosato, capogruppo alla Camera del Pd finito nel “giglio magico” del premier Renzi. É stato lui, secondo i beneinformati, a riportare il progetto all’attenzione della governatrice. E una prima riunione, seppur non risolutiva, c’è già stata.«Sì, mi sto interessando del Parco del mare, ma da qualche anno», si limita a dire il capogruppo a Montecitorio del Pd. «È un tema all’attenzione delle istituzioni. Non voglio dire altro. Preferisco occuparmi in silenzio delle cose. Altrimenti farei una conferenza stampa», spiega Rosato che si è preso a cuore il progetto di Paoletti. «A me interessa poco di Paoletti. Non è il mio fidanzato e nemmeno il mio nemico. È il presidente della Camera di Commercio. E il Parco del mare è un progetto della città», spiega il capogruppo dem, che non fa mistero di averne accennato anche al ministro alla Cultura Dario Franceschini di recente in visita “pastorale” a Trieste con in agenda Porto Vecchio e Miramare.
L’idea del Parco del Mare al posto di Porto Lido è nata nello scorso ottobre dopo la scoperta del disimpegno di Italia Navigando (società controllata dallo Stato) dal progetto del porto nautico chiamato Trieste Navigando. Ora, dopo la gara andata deserta a fine luglio, tutto è tornato di estrema attualità. La Camera di commercio, che per un momento ha persino pensato di acquistare “Trieste Navigando” investendo oltre un milione nella concessione quarantennale, è riuscita nell’impresa di coinvolgere nel nuovo progetto del Parco del Mare la Fondazione CrTrieste. Si è persino parlato della costituzione di una società di scopo: la Fondazione, che sta portando a termine il recupero del Magazzini Vini (destinato a Eataly), sembra pronta a mettere in campo 5/6 milioni di euro. «Porto Lido è un sito stupendo, la Fondazione può mettersi al servizio di un progetto in cui la città crede», aveva fatto sapere il presidente Massimo Paniccia poco prima di Natale. L’unica richiesta era quella di tagliare i costi: «Si ipotizzava un progetto da 60 milioni? Intanto dimezziamo la cifra, altrimenti non se ne parla nemmeno».
La base di partenza del nuovo Parco del mare dovrebbe essere di 30 milioni. La Cciaa triestina ne ha in cassa oltre 11 di diritti annuali specifici: soldi sborsari dai commercianti negli ultimi 10 anni. Due milioni e mezzo sono quelli ottenuti dalla Regione in 10 anni per il progetto di fattibilità. L’investitore privato, la Costa Edutainment che gestisce l’Acquario di Genova, era disponibile a mettere 15 milioni nel progetto. Mancano giusto la Regione Fvg e il Comune a completare il quadro. Il ripensamento della giunta Serracchiani diventa determinante per l’approdo del Parco del mare a Porto Lido. Il Comune, che pure ha visto il progetto, non è contrario. L’assessore al Turismo Edi Kraus, si è dichiarato d’accordo con Paniccia. L’unico dubbio il sito. «L’area di Porto Lido mi sembra inadatta, troppo angusta. Si potrebbe pensare a un acquario sofisticato da costruire in Porto Vecchio». Una scelta logica. Ovvia. Ci sono 60 ettari da riempire. E un Polo museale del mare, compreso il museo di Campo Marzio, che è predestinato all’antico scalo. Solo che a questo punto tutto rischia di ricominciare da capo. Con il Parco del mare costretto a ripassare dal via. E il sogno di Paoletti a diventare un incubo.
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