Il Parco del mare divide i club nautici
Mentre “radio-banchina” già rimanda il messaggio della possibile nascita di un Comitato anti-cubone per contrastare la realizzazione del Parco del mare sul Molo Fratelli Bandiera, le società nautiche che gravano sull’area della Sacchetta si spaccano nell’atteggiamento con cui guardano al progetto per ora però limitato a un rendering. Pierpaolo Scubini, presidente della Lega Navale, la società maggiormente coinvolta nell’operazione in quanto convive sullo stesso molo dove del resto in anni recenti ha anche costruito la palazzina servizi, informa di aver inviato proprio ieri la richiesta di un incontro con il presidente della Camera di commercio della Venezia Giulia, Antonio Paoletti, il “papà” del Parco del mare, e di aver inviato una memoria alla stessa Autorità portuale. La sua non è ufficialmente una posizione di contrarietà anche se dai discorsi che si fanno in Lega emerge come la collocazione ideale viene comunque considerata quella del Porto vecchio ritenuto più strategico per la migliore accessibilità via gomma e ferro.
«Siamo stati in gara per avere in concessione quell’area prima che venisse concessa a Italia Navigando - ricorda Scubini - e abbiamo tentato un nuovo approccio quando la concessione è passata a Trieste Navigando e allungata da 30 a 40 anni. Il nostro progetto era di creare un centro nazionale con corsi quindicinali per giovani provenienti da tutta Italia non solo nel settore della vela, ma anche del canottaggio, della motonautica, della pesca con la realizzazione di una foresteria. L’obiettivo che ora personalmente non ho abbandonato assieme alla Consulta regionale per le persone disabili e i loro familiari - continua Scubini - è quello della realizzazione di un Polo nazionale della disabilità che faccia perno su queste stesse attività sportive: avremmo bisogno di un capannone per il rimessaggio delle barche, di uno scivolo, di uno spazio a mare. Tutto però potrebbe coesistere anche con il Parco del mare, è questo che vorrei spiegare a Paoletti».
Chi proprio non lo vede bene il Parco del mare in quella collocazione è il presidente dello Yacht club Adriaco, Francesco Rossetti Cosulich. «Proprio perché l’area ha bisogno di una valorizzazione estetica - afferma - una costruzione di quel tipo andrebbe a peggiorare la situazione, oltre ad oscurare la vecchia Lanterna. È facilmente comprensibile come proprio la collocazione nettamente preferibile sarebbe quella sul terrapieno di Barcola o comunque un sito all’interno del Porto vecchio dove anche il prevedibile aumento del traffico veicolare creerebe molti meno problemi».
Opinioni differenziate tra le società del Molo Sartorio. Marco Penso, presidente della Triestina della Vela afferma di non conoscere il progetto, ma ritiene che «potrebbe indurre una risistemazione dell’intera area e creare un polo di forte interesse». «La zona ne uscirebbe certamente valorizzata», anche secondo Francesco Fegitz, presidente del Circolo canottieri Adria che vede il Parco del mare come «un bel progetto che farà crescere l’attrattività di Trieste». Una bocciatura arriva da Antonio Sofianopulo presidente di Sgt Nautica. «Il mio parere è negativo - afferma - soprattutto per due questioni: una è quella estetica perché stravolgerebbe l’area dal punto di vista paesaggistico, ma la seconda è che ritengo che in un’area così chiusa un cubone di quelle dimensioni ridurrebbe letteralmente la circolazione dell’aria riducendolo lo spazio a una sorta di laghetto congestionato. Anni fa riuscivamo anche a far allenare i nostri canottieri all’interno della Sacchetta che oggi invece è tutta intasata di barche ormeggiate».
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