Il Pappagallo d’oro assegnato al sindaco di Gorizia per la nuova sperimentazione di 6 mesi

Protagonisti della consegna, avvenuta ieri mattina in piazza Municipio: da un lato il sindaco Rodolfo Ziberna, colui al quale è andato il “riconoscimento”, dall’altro gli Amici del Carneval dela vecia contea

GORIZIA Anche il carnevale, o meglio quel che ne resta in tempi di Covid, diventa occasione per parlare (seppur con pungente ironia) della rivoluzione della viabilità in corso Italia. E così capita che il senso unico valga pure un premio, anche se non si sa quanto ambito: il nuovissimo “Pappagallo d’oro”, dove il pappagallo in questione non è l’uccello ma un emblematico pitale. Protagonisti della consegna, avvenuta ieri mattina in piazza Municipio: da un lato il sindaco Rodolfo Ziberna, colui al quale è andato il “riconoscimento”, dall’altro gli Amici del Carneval dela vecia contea, di fatto i superstiti della goliardica squadra che abitualmente organizzava in città il funerale del Re Carnevale, ed espressione anche del gruppo delle Talpe goriziane. Nell’occasione, rappresentati da Franco Glessi e da Enzo Comelli, direttore del foglio satirico “Il Babezo”.

Il “Papagal de oro” – per usare il nome nella sua forma dialettale – è il nuovo premio che il gruppo intende assegnare annualmente “al più sfigado, fortunado, vituperado”, al notabile goriziano che ha diritto di essere appapagallato, precisano gli organizzatori, muovendosi nel solco di quanto fa ad esempio la popolare trasmissione tv “Striscia la notizia” con il suo “Tapiro d’oro” per gli “attapirati”.

La giuria aveva individuato tra i candidati di questa prima edizione, oltre al sindaco (poi risultato vincitore), i consiglieri comunali Franco Zotti, “butado fori” dalla Lega (suo storico partito), Rinaldo Roldo che ha rimediato una multa procedendo in auto sui controviali del nuovo corso Italia a senso unico da lui tanto avversato, e Franco Hassek, per non essere riuscito a riportare per primo una via intitolata a Francesco Giuseppe. Guarda caso, il corso. Ultimo candidato battuto, l’assessore alla Cultura Fabrizio Oreti, costretto dalla pandemia a non salire più sui palcoscenici dei teatri, e che «adeso invece devi star in mezo ai comuni mortali».

A sbaragliare la concorrenza è stato però Ziberna, appappagallato, secondo le Talpe goriziane, per il putiferio scatenato dalla sua scelta di istituire il senso unico. «In realtà un po’ appapagallato lo ero all’inizio, e quindi il premio mi spetta di diritto – ha commentato il sindaco con grande fair play ricevendo il pitale dorato da Glessi e Comelli –, però ora non più perché si sta realizzando ciò che auspicavamo, ovvero che la città si esprimesse. Per mesi abbiamo atteso pareri e opinioni mai arrivate, ora che abbiamo rotto gli indugi i cittadini, direttamente con noi o attraverso l’iniziativa del quotidiano Il Piccolo, stanno dicendo la loro. E, se la città vorrà tornare al doppio senso lo si farà, visto che abbiamo sempre detto che si tratta di una sperimentazione. A questo servono i sei mesi: valutare la bontà o meno di una soluzione».

Ziberna ora dovrà conservare il “Pappagallo d’oro” per un anno (i premianti concedono il suo utilizzo originale solo in caso di impellente e improrogabile «prostatico bisogno», viene specificato nel documento che accompagna il riconoscimento), e poi lo dovrà restituire per la prossima assegnazione. Resta inteso che chi lo vincerà tre volte, un po’ come accade per la Coppa del Mondo di calcio, si terrà il trofeo. «E so già come potrei eventualmente competere per il prossimo – ha scherzato alla fine Ziberna –. Perché al giorno d’oggi se dopo aver fatto il sindaco per cinque anni uno decidesse di ricandidarsi ancora, andrebbe considerato pazzo. Chissà». Che sia iniziata all’ultimo di carnevale la nuova, lunga volata elettorale? –

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