Il Papa pensiona i vescovi croati ultrà
TRIESTE. Un gran lavorio più o meno sotterraneo ha caratterizzato la vita delle Chiese cattoliche di Croazia e di Slovenia prima e durante le ultime feste natalizie. Se sulla strada da Lubiana al Vaticano si sono avuto strani pellegrinaggi di meno strani personaggi con addosso il clergy per cercare di fare lobbing su Papa Francesco per le nomine dei nuovi arcivescovi di Lubiana e di Maribor spazzati via dal mega scandalo finanziario che ha colpito l’ecclesia slovena, grosso fermento c’è stato anche sulla direttrice Zagabria-Vaticano. L’opera di rinnovamento della Chiesa per mano del Pontefice venuto dalla fine del mondo entro Pasqua rivolterà come un calzino i quadri della Chiesa croata. A farne le spese saranno quattro vescovi “famosi” in patria per la loro adiacenza all’ultradestra nazionalista. Insomma i tempi di Tudjman sono morti così come sono stati definitivamente seppelliti, soprattutto con l’ingresso nell’Unione europea della Croazia, quelli dei sermoni dai pulpiti che inneggiavano alla Guerra patria, alla lotta contro il nemico serbo ecc. ecc.
Gli “epurati” di Papa Francesco sono il vescovo di Veglia, Valter Župan, quello di Gospi„-Serj, Mile Begovi„, quello di Sebenico, Ante Ivas e il vescovo militare George Jezerinac. Lo scorso mese di agosto il primo dei quattro a recarsi dal Pontefice è stato Valter Župan. Un passo obbligato secondo il diritto canonico per rinunciare la proprio mandato al raggiungimento del 75esimo anno di età. A breve lo stesso passo sarà fatto anche dagli altri tre episcopi. Ma la “quiescenza” dei tre ecclesiastici in Croazia assume anche un forte significato politico. Tutti è quattro sono indiscutibilmente uomini di destra e compongono l’ala nazional-conservatrice della Conferenza episcopale croata. Mile Begovi„, come scrive anche lo Jutarnji List di Zagabria, è stato per decenni la voce più forte contro il comunismo, la sinistra e il liberismo croati anche se negli ultimi tempi ha un po’ abbassato i toni. Un vero e proprio “mangia comunisti” dal pulpito è stato l’ordinario militare Jezerinac nei cui confronti l’ex presidente della Repubblica, Stipe Mesi„ aveva chiesto un intervento del Vaticano. Il vescovo di Sebenico, Ante Ivas ha pubblicamente appoggiato le accuse che venivano rivolte dai reduci di guerra (1991-1995) al premier di allora, Ivica Ra›an e in pubblico si è sempre vantato dell’amicizia personale di Marko Perkovi„ Thompson, l’icona rock dell’ultradestra croata.
I nomi restano ancora nelle oscure e misteriose stanze del Vaticano, ma una fonte dello Jutarnji List considerata assolutamente credibile sostiene che la scelta di Papa Francesco cadrà su candidati assolutamente moderati dal punto di vista politico e assolutamente in linea con le posizioni della Santa Sede su temi scottanti come l’aborto, l’eutanasia e soprattutto i matrimoni gay.
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