Il Papa nei Balcani: «L’intera regione si integri coi Paesi europei»

A Skopje il Pontefice rilancia il tema dell’allargamento dell’Ue all’area ex jugoslava e cita la «pacifica convivenza» fra etnie. L’omaggio a Madre Teresa di Calcutta
epa07552994 Faithful welcome Pope Francis in 'Square Macedonia' in Skopje, North Macedonia, 07 May 2019. Pope Francis is visiting North Macedonia on 07 May 2019 his 29th Apostolic Journey abroad. EPA/VALDRIN XHEMAJ
epa07552994 Faithful welcome Pope Francis in 'Square Macedonia' in Skopje, North Macedonia, 07 May 2019. Pope Francis is visiting North Macedonia on 07 May 2019 his 29th Apostolic Journey abroad. EPA/VALDRIN XHEMAJ

TRIESTE Un Papa Francesco così direttamente “politico” raramente lo si era sentito. Ma a Skopje, nel Paese che ha saputo cambiare il proprio nome pur di mettere a tacere le storiche obiezioni di Atene e proseguire così sulla strada che porta alla Nato e all’Unione europea, il Pontefice esprime un giudizio estremamente importante, giudizio che diventa messaggio anche ai “fratelli” ortodossi che vivono nella regione. Le «speciali caratteristiche» della Macedonia del Nord, dovute alla sua «composizione multietnica e multireligiosa», dice il Papa nel suo discorso alle autorità al Palazzo presidenziale di Skopje, sono «di rilevante significato sulla via di una più stretta integrazione con i Paesi europei». «Auspico che tale integrazione si sviluppi positivamente per l'intera regione dei Balcani occidentali, come pure che essa avvenga sempre nel rispetto delle diversità e dei diritti fondamentali», aggiunge.

Davanti al presidente della Repubblica uscente Gjorge Ivanov, ancora in carica nonostante nel ballottaggio di domenica sia stato eletto il socialdemocratico e filo-occidentale Stevo Pendarovski, e al primo ministro Zoran Zaev, il Pontefice - primo Papa in visita nella repubblica ex-jugoslava - sottolinea che il «crogiuolo di culture e di appartenenze etniche e religiose» della Macedonia del Nord «ha dato luogo a una pacifica e duratura convivenza, nella quale le singole identità hanno saputo e potuto esprimersi e svilupparsi senza negare, opprimere o discriminare le altre». Esse, osserva, «hanno così dato forma a una tessitura di rapporti e di situazioni che, sotto questo profilo, possono rendervi un esempio a cui fare riferimento per una convivenza serena e fraterna, nella distinzione e nel rispetto reciproco».

Francesco loda quindi «il generoso sforzo compiuto dalla vostra Repubblica - sia dalle sue Autorità statali sia col valido contributo di diverse Organizzazioni internazionali, della Croce Rossa, della Caritas e di alcune Ong - nell'accogliere e prestare soccorso al gran numero di migranti e profughi provenienti da diversi Paesi medio-orientali».

Francesco, nella città che le diede i natali il 26 agosto 1910, non manca di rendere omaggio a Madre Teresa di Calcutta, visitando la casa-memoriale costruita sui resti della chiesa dove fu battezzate e incontrando i poveri assistiti dalle suore. «Siete giustamente fieri di questa grande donna», che «ha fatto della carità verso il prossimo la suprema legge della sua esistenza, suscitando ammirazione in tutto il mondo e inaugurando uno specifico e radicale modo di porsi al servizio degli abbandonati, degli scartati, dei più poveri», dice ancora alle autorità. E proprio che l'esempio della santa aiuti a «essere vigili e attenti al grido dei poveri, di coloro che sono privati dai loro diritti, degli ammalati, degli emarginati, degli ultimi», è il centro della preghiera recitata dal Papa nel Memoriale, in presenza anche degli esponenti delle altre fedi. Evento-clou della mattina, prima degli incontri pomeridiani con i giovani e col clero, la messa con 15 mila persone nella centrale Piazza Macedonia, affollatissima per un Paese dove i cattolici sono lo 0,7% della popolazione. —


 

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