Il Palazzo si “regala” 55 giorni di ferie
TRIESTE. Oltre un mese di chiusura estiva, quasi due prima di riprendere con le sedute d’aula. Il Palazzo abbassa le serrande e va in ferie. Si lavora fino a martedì 31 luglio, giornata in cui è programmato l’ultimo Consiglio regionale, poi tutti in spiaggia con infradito e ombrellone fino a lunedì 3 settembre, data in cui si riapriranno le commissioni con riunioni quotidiane. Un mese abbondante di vacanze, 33 giorni per la precisione. Per votare le leggi, il parlamentino regionale tornerà a riunirsi in gran completo, invece, appena martedì 25, mercoledì 26 e giovedì 27 settembre: calendario alla mano lo stop è di 55 giorni complessivi. Una pausa di gran lunga superiore al Parlamento: Montecitorio non ha ancora programmato lo stop estivo, ma – come confermano i deputati Ettore Rosato (Pd) e Massimiliano Fedriga (Lega Nord), Camera e Senato dovrebbero continuare fino all’8-10 agosto, per ripartire tra il 20 e il 23. Un paio di settimane o poco più di vacanza, contro i 33 giorni che si concede il Friuli Venezia Giulia. «Il fatto che i deputati non lavorino mai d’estate è una diceria assurda, che si smentisce con i fatti, come peraltro è stato evidente l’anno scorso», afferma Rosato.
Visto l’alto numero di decreti in scadenza il presidente della Camera Gianfranco Fini aveva ipotizzato di proseguire oltre alla prima settimana di agosto, con la previsione di votare pure di lunedì, venerdì e in notturna. Lunare. Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini era partito in contropiede, spiazzando tutti: «Altro che vacanze, per me si può rimanere alla Camera a Ferragosto», è stata la boutade, subito raffreddata dai commenti sarcastici sul web, pronti a suggerire “ferie perenni” alla Casta romana. Il gioco al rilancio dei parlamentari non va giù al presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia Maurizio Franz, convinto che «è inutile fare 100 sedute per non decidere nulla». Una frecciata dell’esponente del Carroccio per dire che «lì a Roma dovrebbero iniziare a fare finalmente qualcosa di buono. Comincino col ridurre i parlamentari – insiste Franz – e prendano noi come esempio, che le cose le facciamo. Certo – osserva – se restando in aula tutto agosto si risolvessero i problemi del Paese e della regione saremmo tutti pronti. Purtroppo – aggiunge il presidente – le cose non stanno così». Franz rivendica l’efficienza del Friuli Venezia Giulia, «che è riuscito a portare avanti la legge per tagliare il numero dei i consiglieri regionali e ad abolire i vitalizi. Questi sono risultati, quindi è inutile programmare sedute su sedute e non decidere nulla di concreto, come fa il Parlamento».
Il Consiglio del Fvg, comunque, riaprirà dopo quasi due mesi di ferie «ma questo non significa niente – spiega ancora il presidente – dal momento che le commissioni incominciano i primi di settembre: anche quella è attività legislativa – puntualizza –, è il lavoro preparatorio per andare in aula con le leggi da approvare». Una precisazione che trova d’accordo il capogruppo dell’Idv Alessandro Corazza che, tuttavia, non vede di buon occhio i 33 giorni di vacanza. «Su questo non posso concordare. Se i consiglieri possono permettersi ben un mese di ferie - commenta -, vuol dire che la maggioranza ha preparato poche leggi e che evidentemente c’è poco da fare. È la dimostrazione della scarsa produttività di chi ha le redini della Regione. «Di importante, pensandoci, abbiamo soltanto la norma sugli enti regionali e quella sul carburante. A parte questo il centrodestra ha avuto poco da proporre».
Tutto però dipende «da quanto si dà da fare ogni singolo consigliere – conclude Corazza – io posso assicurare che all’interno dei grandi gruppi c’è chi è perennemente in vacanza, da gennaio a dicembre. Colleghi che magari devono seguire una o due commissioni al massimo e non si fanno vedere mai, mentre il mio gruppo dell’Italia dei Valori deve gestire un impegno sproporzionato. Per quel che mi riguarda – fa sapere – tra commissioni, comitati, capigruppo e altro, mi trovo a star dietro a sette tavoli, talvolta in contemporanea. E questo incide sulla qualità del lavoro».
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