Il Palazzo risparmia 2 milioni sui dirigenti
Da un anno all’altro la Regione ha risparmiato più di 2 milioni di euro per i suoi dirigenti. Nel 2013 la burocrazia di Palazzo guadagnava 13,8 milioni, nel 2014 si è fermata a 11,8 milioni. Un taglio secco del 15% dovuto alla spending review sugli stipendi e alla diminuzione di 9 unità di personale: da 126 a 117. A consentire il confronto è il sito della Regione, dove sono pubblicate le “fotografie” della dirigenza: curriculum, retribuzione annua lorda, delibera di conferimento dell’incarico.
Un lungo elenco che, in ordine alfabetico, va da Adami Giorgio, direttore del servizio Demanio e consulenza tecnica nella direzione Finanze, a Zubin Franco, direttore dell’Area giuridico legislativa e vicesegretario generale del Consiglio. Nel dettaglio compaiono tutte le paghe, con la distinzione tra stipendio tabellare, retribuzione di posizione e/o di risultato e la voce “altro” che per qualcuno, in particolare per l’Avvocatura, è non poco consistente.
La classifica? Ancora una volta a guidarla è Guglielmo Berlasso, il numero uno della Protezione civile per 13 anni di fila prima dello spostamento alla direzione dell’Area programmazione, controllo, sistemi informativi e sicurezza deciso dalla giunta Serracchiani a fine 2014. Berlasso, con 164.643 euro, è dunque in testa, ma l’assegno staccato dalla Regione è decisamente inferiore a quello del 2013: 221.178 euro. Di fatto l’ex direttore della Protezione civile si è visto ridotto il compenso del 25%.
Oltre al calo della colonna “altro”, Berlasso ha pagato come tutti la sforbiciata del 15% proposta a fine estate 2013 dall’assessorato Panontin e ratificata dalla giunta. Il taglio ha riguardato tanto i direttori centrali e i loro vice che i direttori di ente (Ersa, Turismo Fvg, Arpa). I dirigenti apicali, da un anno e mezzo, sono divisi in tre fasce. I direttori centrali viaggiano a 135.000 euro di stipendio tabellare (il solo direttore della sanità Adriano Marcolongo risulta a 145.000), i vice a 120.000, la terza fascia a 105.000. Il podio, dietro a Berlasso, si completa con Ettore Volpe (161.216 euro), pure lui “degradato” a fine anno scorso dal ruolo di Avvocato della Regione a direttore di staff, e con il direttore generale Roberto Finardi (150.000).
Nella top ten compaiono anche il segretario generale Daniele Bertuzzi (145.747), il direttore dell’Ardiss Claudio Kovatsch (145.516), Marcolongo (145.264), il direttore delle Attività produttive Franco Milan (145.263), il segretario del Consiglio Augusto Viola (145.241) e altri due direttori centrali: Dario Danese (Ambiente, 145.153) e Antonella Manca (Funzione pubblica, 145.021). Cifre inferiori a quelle che nel 2013 ricompensarono i primi 10: dietro a Berlasso il direttore dell’Ersa Mirko Bellini (174.000), ancora Volpe (167.000), il direttore dell’Ambiente Giovanni Petris, il segretario del Consiglio Mauro Vigini, Bertuzzi e i direttori centrali del Lavoro Ruggero Cortellino, della Funzione pubblica Kovatsch, delle Finanze Manca, tutti sopra i 150mila euro, e infine Anna Del Bianco (Istruzione). Il totale delle indennità dei burocrati scende dunque dai 13.859.819 euro del 2013 agli 11.779.014 del 2014.
Netta anche la riduzione dello stipendio medio: dai 110mila euro pro capite dei 126 dirigenti di due anni fa ai 100mila 675 euro a ciascuno dei 117 al lavoro negli uffici della Regione nell’anno appena trascorso. A superare quota 100mila euro sono in 39, mentre in coda ci si attesta comunque sopra i 70mila euro. Non fa testo l’ultimo posto di Loris Zanier (35.030 euro), in servizio al Santa Maria della Misericordia di Udine, il quale, attivata la procedura del comando, riceve dalla Regione solo l’indennità di retribuzione per l’incarico di direttore del servizio Epidemiologia e flussi informativi.
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