Il Palazzo lancia l’offensiva sui vaccini non obbligatori

Primo via libera alla legge che punta ad alzare la guardia contro morbillo e parotite. Previste sanzioni e divieti di iscrizioni nelle scuole sotto soglie minime di copertura

TRIESTE. Sanzioni in mano ai sindaci e morbillo nel mirino. Prende forma il nuovo provvedimento con cui il centrosinistra intende porre un freno al calo costante delle vaccinazioni che accomuna Fvg e resto d'Italia. Il tentativo della Regione non seguirà tuttavia l’esempio del Comune di Trieste, che ha subordinato l’iscrizione all’asilo al rispetto delle quattro vaccinazioni obbligatorie contro difterite, tetano, poliomielite ed epatite B.

 

A Trieste vaccini obbligatori all'asilo

 

La maggioranza intende infatti monitorare anche i vaccini non obbligatori e per farlo renderà indispensabile dichiarare a quale profilassi sia stato sottoposto il bambino, prevedendo sanzioni qualora i livelli di copertura nel singolo istituto siano ritenuti allarmanti.

 

In arrivo la stretta sui vaccini a scuola in Fvg
AGOSTINI AG.FOTOFILM TREVISO -LA MADONNINA- DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE ULSS 9

 

La novità di giornata sta proprio nell'indicazione delle percentuali minime sotto cui potranno scattare i provvedimenti che autorità scolastiche e sanitarie demanderanno ai sindaci: dal divieto di iscrizione nell'istituto che risulti non soddisfare la soglia di guardia fino al momentaneo allontanamento dei ragazzi non vaccinati davanti all’insorgere di un focolaio della malattia. Se si arriverà a una vera epidemia, i sindaci potranno chiudere temporaneamente l'istituto. Confrontando i livelli di attenzione indicati dalla legge con i tassi di reale copertura vaccinale del Fvg, balza agli occhi che saranno le mancate vaccinazioni contro morbillo e parotite (non obbligatore ma consigliate dal ministero) quelle che potrebbero attivare gli interventi. Molte famiglie dovranno insomma vaccinare i figli contro morbillo e parotite, se vorranno garantirsi l'iscrizione a scuola, pubblica o privata che sia.

 

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Silvano Trieste 11/10/2016 IDipartimento di Prevenzione

 

La proposta sancisce infatti che, in ciascun istituto, il livello minimo di copertura antimorbillo debba attestarsi al 92%, ma l'effettivo tasso di vaccinazione in Fvg è pari all'83,2% dei bambini di 24 mesi e all'85,4% di quelli di 36. Notevole scostamento anche per la parotite: la legge fissa il minimo al 90%, mentre la realtà dice che i bambini di due e tre anni siano vaccinati rispettivamente nell'83,2% e nell'85,2% dei casi. Più contenuto il gap per quanto riguarda la pertosse: la norma indica il tetto minimo al 92%, contro l'89,3% della copertura entro i 24 mesi e il 91,3% entro i 36. Non desteranno invece problemi le vaccinazioni contro difterite, poliomielite e rosolia, che la bozza stabilisce in almeno l'80% degli iscritti alla scuola e che in Fvg viaggiano sopra questo limite.

Ma come funzionerà la nuova norma? Le famiglie dovranno anzitutto consegnare alla scuola il libretto delle vaccinazioni, che verrà comunicato all'Azienda sanitaria competente affinché verifichi le coperture istituto per istituto. In quelli che saranno sotto la soglia di guardia su alcune vaccinazioni, il testo prevede la convocazione dei genitori interessati e una fase di informazione che li convinca a vaccinare il bambino.

 

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Se decideranno altrimenti, la pdl promette sanzioni, che la maggioranza preciserà con un emendamento prima della discussione in aula, ma che dovrebbero contenere il divieto di iscrizione. Quando il tasso di sicurezza della scuola sarà invece rispettato, non verranno imposti vincoli di sorta ai non vaccinati, almeno fino all'insorgere di un focolaio.

Frutto della mediazione fra le diverse sensibilità presenti nella maggioranza, la proposta è stata approvata ieri dalla sesta commissione e passerà ora alla terza, cui spetterà il via libera prima del voto in aula. Franco Codega (Pd) definisce la legge «equilibrata perché lavora sull'informazione e allo stesso tempo garantisce sicurezza, estendendo inoltre il suo raggio d'azione a tutti i vaccini, obbligatori e raccomandati, questi ultimi spesso a più alto tasso di contagio». Nel Pd le posizioni restano tuttavia diverse: se Chiara Da Giau si astiene sul testo del suo partito e chiede «l’obbligo vaccinale come criterio d'accesso ai servizi», Silvana Cremaschi evidenzia che «serve una grande campagna d'informazione: gli obblighi non ottengono lo scopo». A mediare è la prima firmataria del testo, Renata Bagatin, secondo cui «è importante monitorare ogni singola scuola e informare le famiglie, sanzionando solo dopo la sensibilizzazione e solo sotto certe percentuali».

Il centrodestra insiste invece sulla necessità di subordinare l'iscrizione a scuola al rispetto delle quattro vaccinazioni obbligatorie. Per Luca Ciriani (Fdi), «il calo progressivo dei vaccinati è un fatto: senza il divieto di iscrizione, il principio dell'obbligo continuerà a restare teorico». Per Roberto Novelli (Fi), «l'informazione è fondamentale ma bisogna spingere sull'obbligo». Andrea Ussai (M5S) nota invece che «la maggioranza ha cambiato posizione rispetto al passato: noi riconosciamo l'importanza delle vaccinazioni ma siamo contro gli obblighi: la copertura cresce solo con la sensibilizzazione».

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