Il Palazzo di Trieste chiude per ferie ma i consiglieri incassano “paghette” per 45 mila euro

Il passaggio dai gettoni di presenza alle indennità fisse garantirà anche ad agosto l’assegno da 1.200 euro lordi pur in assenza di sedute d’aula e di commissione
Una seduta del Consiglio comunale di Trieste
Una seduta del Consiglio comunale di Trieste

TRIESTE Questo mese di agosto sarà ricordato tra i consiglieri comunali di Trieste come il primo retribuito della storia. Grazie al passaggio dai gettoni all’indennità fissa, infatti, gli eletti riceveranno comunque la loro “paghetta” da 800 euro netti, anche se come da tradizione il calendario d’aula è rimasto vuoto.

Il costo lordo dell’indennità di funzione è di 1.200 euro, moltiplicato per i 40 consiglieri fanno una spesa di circa 45 mila euro per le casse del Comune.

Il consigliere del Movimento 5 Stelle Paolo Menis punta il dito contro una scelta contro cui il suo partito si era schierato fin dal principio: «L’indennità di funzione a Consiglio fermo è un’altra conferma che questo sistema di compenso è sbagliato e che alla fine, come ho sostenuto fin da subito, costituisce un aumento ingiustificato dei costi per il Comune di Trieste». Secondo il pentastellato «bisogna ritornare al più presto al sistema del gettone di presenza e fare in modo che i presidenti convochino le commissioni solamente quando risulta necessario, evitando anche di oltrepassare la mezzanotte durante i consigli comunali». Il consigliere conclude con una presa di posizione etica: «Per quanto mi riguarda rinuncerò all’indennità di agosto».

L’indennità è stata approvata alla fine dell’anno scorso con venti voti favorevoli (la maggioranza di centrodestra), 5 voti contrari (M5s con il socialista Roberto De Gioia), un astenuto (Sabrina Morena di Open Fvg). Non hanno partecipato al voto il gruppo del Pd, la civica Maria Teresa Bassa Poropat e l’allora presidente del Consiglio Marco Gabrielli. Quest’ultimo commenta: «Ci sono diversi sistemi possibili per indennizzare il lavoro dei consiglieri. Siamo passati da un sistema a un altro, e ognuno ha pregi e difetti. La ragioneria ha previsto un aumento di costi con questo modello, ma l’entità la scopriremo soltanto a fine anno con il consuntivo».

Gli uffici del Comune hanno infatti ipotizzato un possibile aumento di 127 mila euro nei costi grazie all’indennità fissa, anche se bisogna tener conto del fatto che alcuni consiglieri rinunciano a parte dell’indennità. Altri, come il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Claudio Giacomelli, non la percepiscono in toto causa altri incarichi.

Michele Claudio, consigliere leghista e presidente della prima commissione, cerca di guardare alle cose da una prospettiva ampia: «I conti vanno fatti su una scala annuale, altrimenti non si capisce come funziona. Quando abbiamo studiato la misura ci siam fatti i nostri conti, e ci siam accorti che a luglio e settembre si lavorava sempre di più, appunto per recuperare la pausa di agosto. Inoltre anche all’inizio di quel mese qualcosa si faceva. Così consideriamo di restare più o meno in pari sulla media annuale. Non abbiamo creato disguidi al Comune».

Il consigliere del Partito democratico Marco Toncelli spera in un recupero delle attività a partire dal mese prossimo: «È vero che con questo sistema riceviamo l’indennità anche a Consiglio chiuso. Vorrà dire che lavoreremo molto in settembre per pareggiare con la media annua. Lo spero davvero, anche perché il presidente Francesco Panteca ha promesso da tempo immemorabile che faremo strame delle mozioni avanzate. Per il momento si è limitato a censurare le nostre domande di attualità nell’ultima seduta».

Il consigliere di Forza Italia Bruno Marini soppesa pro e contro: «È dubbio sotto il profilo etico ricevere il contributo in agosto. Con questo nuovo sistema, però, chi è in malattia non riceve l’indennità, e questo se vogliamo è altrettanto dubbio. Una cosa bilancia l’altra. Il fatto è che fare una norma perfetta è molto difficile». —


 

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