Il Palazzo dà in beneficenza pc e tablet dei consiglieri
TRIESTE. I consiglieri regionali della decima legislatura, quella pizzicata a farsi rimborsare treni di gomme e lavatrici, mega-cene e consumazioni al bar, hanno dovuto aprire cassetti, recuperare scatoloni e scontrini, cancellare contatti e foto personali. E, più o meno obtorto collo, restituire, come da ordine della Regione, legittima proprietaria, i beni strumentali acquistati con i fondi dei gruppi di Palazzo. A fine corsa, gli uffici contano 273 pezzi tra computer e smartphone, televisori e scanner, stampanti e videocamere. Poco meno della metà, 126, saranno donati a organizzazioni e associazioni di volontariato.
Era stato il segretario generale del Consiglio, Mauro Vigini, a trasmettere nella primavera dell'anno scorso l’istanza dell’Ufficio di presidenza: «Devono essere consegnati tutti i beni acquisiti anche qualora gli stessi, eventualmente, non fossero stati imputati alla corrispondente voce riepilogativa». E ancora: «Oltre ai beni acquisiti con i fondi destinati al finanziamento, vanno consegnati anche gli eventuali beni ricevuti dal gruppo consiliare in donazione».
Disposizione perentoria effetto della doppia inchiesta della Procura penale e della Corte dei conti. Al punto che, su input degli inquirenti - la riconsegna era stata sollecitata anche dalla Guardia di Finanza per conto delle due magistrature -, la Regione aggiungeva pure la richiesta di allegare per ogni bene restituito la relativa documentazione contabile. Per settimane si è così assistito alla processione degli eletti, a metà tra l’infastidito e l’imbarazzato. Con la “chicca” del genero del leghista Ugo De Mattia finito sotto inchiesta per ricettazione per aver venduto un iPhone che il consigliere padano aveva sostenuto invece di aver buttato via in quanto non funzionante.
È la prima volta che accadeva. In precedenza la prassi era di tenersi a casa pc e telefonini una volta conclusa l’esperienza in aula. E non sono quindi mancate le resistenze, pur in mezzo alla bufera di “rimborsopoli”. C’è chi ha tentato perfino di leggere a suo modo la normativa (Pdl e Lega Nord hanno messo in atto un vero braccio di ferro) sostenendo che i beni andassero riportati ai gruppi e non al Consiglio regionale. Ma alla fine, accerchiati dai media e dall’opinione pubblica, si sono arresi un po’ tutti.
È il segretario consiliare di questa legislatura, Augusto Viola, a mettere ora in fila quanto recuperato negli ultimi mesi. Una situazione quasi definitiva che comprende 109 tra computer e tablet, 72 tra telefoni e smartphone (accanto a quelli di nuova generazione sono spuntati cellulari del 2008), 17 televisori, 12 monitor, 8 scanner, 4 telefax, 26 stampanti, 21 tra fotocamere e videocamere, 4 videoproiettori. Un quadro che potrebbe arricchirsi di qualche altro bene, ma gli uffici danno ormai quasi tutto per recuperato. Parte del materiale viene anzi già riutilizzato dai gruppi dell’undicesima legislatura e in Regione. Nel dettaglio i primi si sono visti tra l’altro assegnare 45 computer/tablet, 29 telefoni/smartphone, 12 televisori e 10 stampanti. Mentre i dipendenti pubblici si sono divisi 19 computer, 7 monitori, 2 scanner e 1 televisore.
Quello che resta? Il Consiglio sta predisponendo una relazione per la giunta in modo da definire le modalità della donazione. È una facoltà dell’esecutivo che con ogni probabilità destinerà i 126 pezzi rimasti a disposizione - 45 tra computer e tablet, 43 cellulari, 4 televisori, 3 monitor, 3 scanner, 2 telefax, 16 stampanti, 9 fotocamere/videocamere e 1 videoproiettore - al mondo del volontariato. Ma chi ha restituito questi beni? E qual è il loro valore? Per rispondere a questi interrogativi bisognerà attendere il termine dei procedimenti giudiziari in corso. L’unica certezza, al momento, è che a presentarsi in Regione con un oggetto comprato con fondi pubblici, e quindi oggetto di restituzione, sono stati tutti i gruppi della scorsa legislatura, nessuno escluso.
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