Il Palazzo assume. Ok della giunta a 85 nuovi innesti nel corso del 2019
TRIESTE Il concorso alla direzione Lavoro per un assistente amministrativo-economico categoria C e uno specialista categoria D ha aperto la stagione delle assunzioni dopo anni di blocco prodotto dai vincoli nazionali. Sebastiano Callari, assessore regionale alla Funzione pubblica, annuncia ora i prossimi bandi per aprile e giugno, chiamate rivolte ad amministrativi e tecnici che sono conseguenza della delibera di giunta, con oggetto “programmazione triennale dei fabbisogni professionali”, che dispone per il 2019, per l’area non dirigenziale, l’assunzione a tempo indeterminato di 78 unità lavorative, cui si aggiungono 7 stabilizzazioni di contratti a tempo determinato: un totale di 85 nuovi ingressi a Palazzo.
In Regione, dunque, si torna ad assumere. Con il plauso del sindacato che, con Massimo Bevilacqua della funzione pubblica Cisl, ricorda le 486 uscite nel triennio con la legge Fornero, esclusa dunque “quota 100” (la simulazione parla di altri 300 potenziali interessati ma verosimilmente, a sentire gli uffici, sceglieranno quella strada un centinaio di dipendenti). «Assunzioni e stabilizzazioni del 2019 sono un buon inizio – dice Bevilacqua –, così come confortano i prolungamenti di una ventina di contratti a tempo determinato. Attendiamo ora il dettaglio sul 2020 e 2021, oltre che sui dirigenti». La Regione ha deciso innanzitutto di rafforzare la direzione Lavoro, in previsione di una super attività nei Centri per l’impiego, chiamati a gestire la partita del reddito di cittadinanza. Ma ha poi quantificato il fabbisogno complessivo per quest’anno. I 78 tempi indeterminati copriranno l’area amministrativo-economica (32 categoria C, 17 D), quella tecnica (15 D, 6 C, 3 B) e il Corpo forestale (5 entrate in Fc). Le 7 stabilizzazioni sono invece suddivise tra amministrativo-economico (3 C, 2 D) e funzione giornalisti (2).
Alla luce del processo di riforma in corso, in fase di prima programmazione, spiega la delibera, la facoltà assunzionale riferita al personale non dirigenziale della Regione per il triennio 2019-21 è determinata nel 50% della spesa relativa ai ruoli cessati nell’anno precedente a quello di riferimento (nel caso del 2018 si è trattato di 3,4 milioni di euro). Alcune graduatorie sono ancora aperte e l’assessore Callari invita a farne uso nel caso di sostituzioni urgenti. Ma a fine giugno, come da legge regionale 26 del 2018, quelle liste non saranno più utilizzabili perché «si partirà con il nuovo corso, quello che punta al rinnovo del personale. C’è bisogno di dare lavoro ai giovani – insiste Callari – per iniziare a costruire la nuova classe dirigente della pubblica amministrazione». Di qui l’agenda dei concorsi: «Entro aprile bandiremo il primo per gli amministrativi, mentre a giugno andremo alla ricerca di tecnici. Ma proseguiremo anche sul fronte dei dirigenti, sempre nell’ottica del ringiovanimento dell’organigramma». L’obiettivo è di migliorare l’efficienza del pubblico impiego a fronte delle non poche uscite previste. Nel 2019, a legislazione vigente, sono in attesa di pensione 125 dipendenti (177 nel 2020, 184 nel 2021), ma i numeri potrebbero aumentare con l’impatto di “quota 100”.
La percentuale di turnover adottata dalla Regione, precisa Callari, è appunto del 50% non delle teste ma della spesa, come da delibera. «Chi va via, vista l’anzianità, costa sicuramente più degli assunti – prosegue l’assessore –. E dunque gli ingressi saranno significativi, tenuto anche conto che si dovrà prevedere anche il personale da utilizzare nei prossimi enti intermedi in sostituzione delle Uti».
Con una Regione tornata pachiderma con oltre 3.600 lavoratori, il centrodestra immagina un dietrofront verso le “nuove” Province, che a loro volta, assieme ai Comuni, potranno però procedere con i concorsi. L’impegno è di organizzare selezioni più frequenti e per questo si ipotizza di costruire graduatorie per non più di tre anni, senza proroghe. Raccolti i fabbisogni del comparto, si cercherà di individuare non più generiche figure amministrative, ma di reperire professionalità affini all’ambito di competenza. Con il concorso unico tramonterà inoltre la stagione delle chiamate bandite da singoli Comuni, che potevano vedere un candidato aggiudicarsene più d’una e lasciare quindi subito scoperta un’amministrazione. Chi vorrà partecipare dovrà indicare la località d’elezione. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo