Il nuovo regista della sanità Fvg: «Il 112 sistema top. No al dietrofront»

Zavattaro, commissario della nuova Azienda “zero”: «Una “holding” per migliorare i servizi senza costi in più»
Palmanova 29 Marzo 2017 centrale unica 112 Copyright Petrussi Foto Press Turco Massiimo
Palmanova 29 Marzo 2017 centrale unica 112 Copyright Petrussi Foto Press Turco Massiimo

TRIESTE Sul 112 non si torna indietro. Perché si tratta di un obbligo europeo, ma soprattutto perché «il numero unico dell’emergenza anticipa i soccorsi», sottolinea Francesco Nicola Zavattaro, neo commissario dell’Azienda regionale di coordinamento per la salute (Arcs), incaricato anche della riforma del Nue, tema che conosce da ex direttore amministrativo dell’Areu, l’Azienda regionale emergenza urgenza della Lombardia. Zavattaro assicura che proprio il modello Lombardia, che funziona, potrà essere esportato in Fvg.

Come risolvere le criticità emerse sin qui?

L’Areu è il riferimento per il ministero dell’Interno per la diffusione nel Paese del 112. Abbiamo portato in varie regioni la nostra esperienza tecnologica e organizzativa. La utilizzeremo anche in Fvg.

Ma il doppio passaggio dal 112 al 118 non rallenta i tempi?

Solo inizialmente. Ma il 112 ha la possibilità di localizzare il luogo dell’evento con una precisione militare. Nessun dubbio che, quando il sistema è rodato, l’utente viene raggiunto prima.

Che cosa servirà di più in Fvg: tecnologia o organizzazione?

La piattaforma è una componente, la differenza la fanno però gli uomini. Se necessario, addestreremo il personale con formazione aggiuntiva. Non è escluso peraltro che si tratti solo di percezione che le cose non funzionino, l’approfondimento è in corso.

Com’è nato il contatto con la Regione e che cosa l’ha convinta a lasciare Milano?

Il mio curriculum è arrivato all’assessore Riccardi e c’è stato un primo contatto in cui ho manifestato disponibilità. Quindi mi sono confrontato con il mio ex dg in Areu e abbiamo deciso assieme che era un’occasione importante. L’Arcs può essere un’azienda pilota: una bella sfida professionale.

L’hanno chiamata a costruire un’azienda che non c’è. Una volta costituita, le piacerebbe guidarla da direttore generale?

La prospettiva di avere solo un ruolo da commissario per qualche mese non aveva ragion d’essere. Ho lasciato un lavoro stimolante, conto di poter entrare nell’albo regionale dei dg, come mi è capitato nelle altre regioni in cui ho lavorato. Dopo di che, fermo restando che nel sistema pubblico garanzie non ce ne sono, la politica avrà l’ultima parola.

Quali i vantaggi per i cittadini dall’Arcs?

Non parliamo solo di acquisti centralizzati, come accade altrove, ma di un governo ampio del Ssr, in collaborazione con direzione e assessorato. “Holding” è una definizione corretta. Attraverso cui migliorare le performance senza costi aggiuntivi.

Si può risparmiare rispetto a una spesa che nel 2019 sfiorerà i 3 miliardi di euro?

In Abruzzo ho gestito l’azienda più indebitata d’Italia e siamo passati in due anni da 60 milioni di rosso a un pareggio di bilancio. Per ottenere un risultato sui costi bisogna lavorare sulle attività.

Concretamente?

Serve per esempio concentrare le apparecchiature in modo coerente con la domanda. Un’attività sanitaria riqualificata e riorganizzata dà risultati economici enormi.

Abruzzo modello per il Friuli Venezia Giulia?

Regioni simili come popolazione, territorio, flusso turistico. Sia chiaro che non invento nulla, è tutto scritto nei libri di management. Ma non voglio parlare di risparmi, espressione che evoca i tagli, che mi fanno venire la pelle d’oca. L’intervento di qualificazione dell’offerta sarà strutturale. E il risultato economico diventerà l’esito finale, non il punto di partenza.

Lei ha seguito la fusione delle aziende di Chieti, Lanciano e Vasto. Come convincere Gorizia del matrimonio con Trieste?

Questioni che hanno un confine strettissimo con la dimensione politica. Dal punto di vista tecnico posso solo dare un consiglio: comunicare bene ciò che si fa. Serviranno azioni immediate per far capire che l’integrazione fa il bene di tutti. Una prima iniziativa potrebbe essere il contenimento delle liste d’attesa.

Giusto conservare l’accorpamento ospedale-territorio?

Sì. La miglior soluzione per la presa in carico del paziente. Non a caso altre Regioni sono tornate indietro, pure la Lombardia. Meno ospedale, più territorio.

Obiettivo possibile?

Con Arcs ci sono più condizioni per realizzarlo e non lasciarlo sulla carta.

Che dire ai sindacati che contestano la riduzione dell’1% di spesa sul personale?

Il punto di partenza è che in Fvg la spesa per il personale è più alta delle altre regioni, “speciali” comprese. I sindacati fanno il loro mestiere, ma si deve tener conto di tanti fattori, a partire dal quadro nazionale. —


 

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