Il nuovo Piano del commercio riduce le zone H e i maxi-store a Monfalcone
MONFALCONE A volte l’identità diventa questione di sottrazione. È il caso delle linee guida del nuovo Piano del commercio, un concentrato dei mantra ripetuti nei primi tre anni di governo della giunta Cisint, che tra gli indirizzi prevede anche la revisione e, appunto, un ridimensionamento delle zone H, deputate al commercio, e precisamente della grande distribuzione. A Monfalcone, dunque, si prospetta un futuro con meno discount, meno maxi-store, meno magazzini di taglia extra large per connotare invece l’identità e la peculiarità dei negozi nel perimetro urbano. È l’indiscrezione che filtra dalle stanze dei bottoni di piazza della Repubblica. E Giuseppe Nicoli la conferma. Lui, infatti, consigliere delegato a «zero indennità assessorile» dopo il salto in piazza Oberdan ha licenziato il documento ancora top secret, ma frutto di lunghe riflessioni assieme al sindaco Anna Cisint e all’assessore al Marketing Luca Fasan.
Potrebbe esserci ancora qualche limatura: a breve la bozza sarà passata al resto della maggioranza per una riflessione su taluni aspetti della pianificazione generale e la stesura definitiva; quindi il passaggio in commissione e la discussione in massima assise. «Certamente ci sono orientamenti emersi nell’attività di amministrazione – sottolinea l’azzurro –, ma la filosofia arriva da lontano, in coerenza con la mia visione politica e le lotte abbracciate fin dai tempi del sindaco Pizzolitto, quando si sollecitava la riduzione delle aree destinate alla grande distribuzione, a tutela delle attività storiche di vicinato». Le zone H più rilevanti e ancora a disposizione si concentrano nelle periferie: via Grado e Colombo. «Non sarà un taglio d’imperio – sempre Nicoli –, ma andremo a effettuare un’analisi delle aree per una visione condivisa con le proprietà». Fatti salvi i diritti soggettivi acquisiti, per esempio in caso di deposito di piani particolareggiati, l’amministrazione, come chiarito da Cisint, intende quindi andare a revisionare totalmente le zone H. Ma anche sostenere il commercio al dettaglio nelle periferie con «incentivi fiscali su chi investe a Marina Julia» e prevedendo lì il ricorso a temporary shop d’estate per favorire insediamenti», con l’auspicio che poi si radichino.
«Lo strumento – così il papà del piano, Nicoli – si aggancia mani e piedi alla programmazione urbanistica e viabilistica. Ed è frutto di ragionamenti che recepiscono le indicazioni delle associazioni datoriali del commercio, ma anche la delibera numero uno di questa amministrazione (sulla messa al bando di money transfert & affini nel cuore urbano, ndr)». Se sul fronte della pedonalità non ci sono rivoluzioni in vista, diversamente si pensa per parcheggi e Ztl, ma anche per talune arterie come le vie Toti, 9 Giugno e Roma, suscettibili di modifica. «E un ragionamento – sempre Nicoli – andrà fatto anche con il trasporto locale: le linee circolari si sono dimostrati inefficaci, noi proporremo un nuovo schema a raggiera, per collegamenti diretti con Panzano, ospedale, stazione e cantiere, solo per citare alcuni punti».
Per il piano, assicura poi il sindaco, si sono contemplati anche gli aspetti dell’«innovazione, visibilità e ambiente urbano: il decoro e l’abbellimento degli arredi resteranno priorità». Si punta, in accoglimento alle richieste dei commercianti, anche a una rivisitazione del viale San Marco, che deve diventare una nuova passeggiata dello shopping. Fermi inoltre gli investimenti su «promozione turistica e cultura», per aumentare l’attrattività di Monfalcone agli occhi dei visitatori. Si parla infine di «specializzazione dei prodotti e servizi»: l’armonizzazione di questi temi verrà portata a breve all’attenzione della maggioranza, assicura Cisint. —
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