Il nuovo governo taglia la centrale di Fianona 3
POLA. Sembra sempre più destinato a un clamoroso flop il progetto della contestatissima centrale elettrica a carbone Fianona 3, del valore di quasi un miliardo di euro. Il nuovo ministro croato dell’Ambiente, Slaven Dobrovi„ sta cambiando rotta rispetto al governo precedente di centro sinistra che invece insisteva per il combustibile fossile tanto che l’azienda elettrica di stato Hep e la compagnia giapponese Marubeni, scelta tramite concorso internazionale, hanno già definito ma non ancora firmato il contratto di costruzione.
«La Croazia ha bisogno di una nuova strategia energetica - ha dichiarato Dobrovic alla conferenza sui cambiamenti climatici - in quanto quella in vigore varata nel 2009 concede troppo spazio alle centrali a carbone per cui non è in linea con la nuova politica energetica a livello comunitario. La Croazia - ha aggiunto il ministro - deve definire in tempi stretti la sua nuova politica energetica, adeguata a quella europea che pone l’accento sulle fonti energetiche rinnovabili, sull’efficienza energetica e sulla riduzione delle emissioni». La vicenda comunque presenta ancora tinte non molto chiare anche perché vi è di mezzo la multinazionale giapponese Marubeni vincitrice come detto, della gara d’appalto internazionale per la costruzione della Fianona 3, della potenza pari a 500 Megawatt. È impensabile che si faccia da parte senza pretendere un risarcimento. E già si ipotizza la cifra di cinque milioni di euro per togliere il disturbo.
Per Dobrovic però non si tratta di un grosso problema. «Se esistono degli obblighi da parte della Croazia - ha detto - essi rappresentano un danno molto minore rispetto a quelli derivanti dall‘impatto sull’ambiente (secondo il progetto dalla ciminiera uscirebbero 300 tonnellate di anidride carbonica all’ora) e a quello economico». Per spiegare quest’ultimo aspetto va ricordato che vanno pagate sempre più salate le quote consentite delle emissioni di gas serra nell’atmosfera. Oltre che all’opinione pubblica e soprattutto agli ambientalisti, le dichiarazioni del ministro sono risultate gradite al presidente della Regione Istriana Valter Flego. «Noi in Istria siamo contrari alla terza centrale a carbone - ha detto - la salute della nostra gente non ha prezzo. L’ideale sarebbe una centrale a gas come del resto previsto nel piano di sviluppo territoriale della penisola». Come andrà a finire? La risposta arriverà dalla nuova politica energetica che sarà varata dal nuovo governo del premier Tihomir Oreškovi„. Secondo voci ufficiose scatterà anche una moratoria su tutti i progetti strategici varati dal governo precedente.
(p.r.)
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