Il nuovo Console d’Italia a Fiume: “Dalla scuola all’imprenditoria, sostenere i giovani della comunità italiana”

Bradanini: svilupperò anche i rapporti con Federesuli e altri sodalizi, un volàno per relazioni economiche
Davide Bradanini, classe 1983, è il nuovo Console d’Italia a Fiume
Davide Bradanini, classe 1983, è il nuovo Console d’Italia a Fiume

FIUME Davide Bradanini è il nuovo Console d’Italia a Fiume (con competenza sulla Regione Istriana, sulle Regioni Litoraneo-Montana e Lika-Segna e sulle quattro Regioni della Dalmazia). Classe 1983, laurea in Scienze internazionali e diplomatiche a Bologna, Master a Bruges, dottorato all’Imt di Lucca, si è già occupato di Croazia e Adriatico quand’era in servizio alla Farnesina.

Conosceva già i luoghi in cui è chiamato a lavorare?

Sì, sono stato impiegato all’Unità Adriatico e Balcani per due anni dal 2013, da quando la Croazia è entrata nell’Ue. E sono anche venuto qui più volte, in vacanza. È un paese meraviglioso in cui torno sempre volentieri.

Come Console sarà un punto di riferimento per la comunità italiana che vive in queste terre. Quali sono le sue aspettative?

La mia impressione è quella di una comunità italiana con un elevato livello culturale e molto attiva. Mi sono già reso conto in questi giorni del forte rapporto affettivo che la lega all’Italia, rapporto diverso da quello che esiste in altre comunità di italiani emigrati in altre aree del mondo. Qui, la peculiarità è l’esistenza d’una comunità italiana autoctona. È un elemento di cui l’Italia dev’essere fiera e anche un grande valore aggiunto nei rapporti bilaterali con la Croazia.

Ha già individuato alcuni obiettivi principali su cui concentrare la sua attività?

Sono in una fase iniziale del mandato, i primi mesi serviranno a conoscere i miei interlocutori e ascoltare i loro bisogni e aspettative. Ma posso dire che lavorerò in continuità con il mio predecessore, Paolo Palminteri, che ha fatto un lavoro eccezionale, apprezzato sia in Italia che in Croazia. Mi sforzerò affinché si mantenga l’unità di rappresentanza della comunità italiana, che è un elemento di forza. Infine, la mia sensazione è che sia necessario sostenere le giovani generazioni all’interno della comunità.

In che modo?

Penso al sistema scolastico e all’uso della lingua. In Croazia sono attivi 11 asili, 11 scuole elementari e medie e 4 scuole superiori con tutte le materie insegnate in italiano. Questo è fondamentale per preservare l’uso della lingua, che è ciò che conserva e sviluppa il senso di appartenenza alla comunità italiana.

Lei ha un bimbo: lo iscriverà all’asilo in Croazia?

All’asilo italiano o in una sezione italiana, sì. Quando avrà l’età per andarci, ovviamente.

Investire sui giovani serve a evitare che la comunità si rimpicciolisca?

In Croazia c’è un grande problema demografico: è uno dei paesi che fanno meno figli in Europa ed è colpito da fortissima emigrazione. Questo riguarda inevitabilmente anche la comunità italiana (Ci). In tal senso l’investimento sulla scuola è essenziale. Penso sia importante mantenere e rafforzare quanto già ottenuto. Ci sono zone più remote in cui purtroppo i connazionali non hanno accesso al sistema scolastico in lingua italiana e l’uso della lingua si perde se avviene solo in famiglia.

E oltre al sistema scolastico?

Va data attenzione all’imprenditoria, in particolare quella giovanile. Anche a tal fine intendo mantenere e sviluppare i rapporti con Federesuli e le altre associazioni di esuli istriani fiumani e dalmati, anche come possibile volano per le relazioni economiche. Queste associazioni mi hanno fatto sapere di essere interessate a rafforzare i legami con le loro terre di origine, anche dal punto di vista economico.

Il 2020 è l’anno di Fiume capitale europea della cultura. Un’opportunità anche per la Ci?

Sì, è una grandissima opportunità per la città e anche per la Croazia, soprattutto in combinazione col semestre di Presidenza Ue. La comunità italiana non può che beneficiare dello spirito di apertura e dialogo della città e della scelta di concentrarsi sul medio-lungo periodo, con riqualificazioni urbane e interventi concreti. Da parte mia confermo le due iniziative che eredito: la mostra già aperta “Il violino oltre i confini: Stradivari a Fiume, Kresnik e Cremona”; e il concerto della Venice Baroque Orchestra e Giuliano Carmignola il 14 febbraio al teatro di Fiume. E siamo al lavoro su altre idee: le annunceremo a breve.—


 

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